Crimini a Lione. Omicidi seriali: la ferocia di “Jack lo Squartatore” di Lione con le sue 30 vittime

Crimini a Lione. Omicidi seriali: la ferocia di “Jack lo Squartatore” di Lione con le sue 30 vittime
Crimini a Lione. Omicidi seriali: la ferocia di “Jack lo Squartatore” di Lione con le sue 30 vittime
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Di

Nicola Zaugra

pubblicato su

25 maggio 2024 alle 7:34

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Joseph Vacher, soprannominato “il Jack lo Squartatore del sud-est”, è considerato il primo serial killer pubblicizzato in Francia.

L’uomo che seminò il terrore nella grande regione di Lione tra il 1894 e il 1897, nato nell’Isère vicino a Lione e chiamato anche “L’assassino del pastore”, è l’autore di una trentina o una cinquantina di omicidi nella regione. Ha mostrato una ferocia e una compostezza agghiacciante.

Un vero “zaino in spalla del crimine”

Molto prima dei canali di informazione, dei social network e delle piattaforme di streaming, la Francia era già appesa alle atrocità di un serial killer. Joseph Vacher, nato a Beaufort, fu rilasciato da un manicomio nel Giura nel 1894 prima di iniziare la sua folle serie criminale.

Questo Jack lo Squartatore francese operava principalmente nella regione di Lione, ma vagava in cerca di prede in diversi dipartimenti vicini. Questo “zaino del crimine” del XIX secolo ha lasciato tracce anche nell’Isère, nel Var e nell’Allier, nella Costa d’Oro, nella Savoia, nell’Ain, nella Drôme, nell’Ardèche, nell’Alta Loira e nel Rodano.

Vittime isolate prese di mira

Riformato, questo ex sergente dell’esercito diventato vagabondo prendeva di mira le persone isolate, soprattutto donne e bambini, ma spesso anche uomini. all’età di circa quindici anni.

Soprannominato “l’assassino dei pastori”, aggrediva anche il personale che lavorava nei piccoli villaggi o nelle fattorie. Uno “studio psicofisiologico, medico-legale e anatomico” effettuato all’epoca sul recidivo spiega nel dettaglio il suo modus operandi.

“Cerca e vigila giovani ragazze o ragazzi isolati; come pastori e pastorelle […] Si getta alla gola, che prima stringe per strangolamento, e che poi taglia velocemente con il coltello o meglio il rasoio che porta sempre con sé; una volta e subito sconfitto, le fa subire varie mutilazioni: sventramento, taglio dei seni (se è donna), taglio dei testicoli (se è uomo), poi, nel pieno dell’eccitazione e del parossismo, colpisce ancora e a caso il cadavere già mutilato… e consuma il delitto con lo stupro”, scrive l’esperto incaricato di lavorare sul profilo dell’assassino.

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Da 30 a 50 potenziali omicidi

Colui che è cresciuto con ben quindici fratelli e sorelle continua a percorrere le strade di un quarto della Francia, dalla Borgogna al sud della Francia e alla valle del Rodano. In totale gli furono attribuiti dai 30 ai 50 omicidi in quattro anni.

Tra i cinquanta crimini di cui finirà per essere sospettato, in particolare dal giudice istruttore Émile Fourquet, Vacher confesserà un totale di undici omicidi e un tentato stupro, compreso l’omicidio di una quattordicenne a Tassin-la-Demi -Lune e un domestico coetaneo a Courzieu-la-Giraudière, vicino a Lione.

Durante il processo presso la Corte d’Assise di Bourg-en-Bresse (Ain), è apparso “pazzo” con comportamenti eccentrici. Porta dei cartelli attorno al collo con la scritta: “Ho una pallottola in testa” e grida “Lunga vita a Gesù!” Viva Giovanna d’Arco.”

Condannato per un unico crimine e condannato a morte

Al termine del processo durato tre giorni, fu dichiarato colpevole di un unico omicidio. L’unico assassinio di Victor Portalier. La richiesta di grazia del presidente Félix Faure viene respinta.

Finalmente è arrivato il Jack lo Squartatore della regione di Lione condannato a morte dai tribunali e ghigliottinato nel 1898 sul Campo di Marte a Bourg-en-Bresse.

Le sue ultime parole pronunciate davanti a 2.000 spettatori furono: “È una fortuna che mi siano tagliato i capelli”, secondo il giornale Il piccolo parigino.

Avvio della “profilazione” degli indagati e copertura mediatica

Questo caso Vacher è soprattutto l’occasione per mettere in atto la prima tecnica di “profilazione” di un sospettato di omicidio seriale.

Nel 1897, il vagabondo fu colto in flagrante atto di violenza sessuale e tentò di aggredire la moglie di un contadino in Ardèche. Dopo la sua condanna per questo caso, il giudice istruttore Émile Fourquet, insediatosi a Belley nell’Ain nell’aprile 1897, stabilì il collegamento con un individuo che poteva corrispondere alla descrizione del “pastore assassino”.

Il giudice, che disegna grandi immagini di diversi crimini simili, sembra quindi essere uno dei primi “profiler” francesi.

Una novità per l’epoca era anche la copertura mediatica del caso e poi del processo, che fece di Joseph Vacher il primo serial killer mediatico francese. Il suo giudizio affascina la stampa locale, nazionale e anche estera. Il molto serio New York Times dedica nelle sue colonne un articolo alla sentenza del processo il 1° gennaio 1889.

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