Chi beve cosa e dove? Cosa rivelano gli ultimi dati di vendita

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a ultima assemblea generale del Consiglio Interprofessionale dei Vini di Bordeaux (CIVB) è stata l’occasione per svelare i dati stabilizzati per l’anno 2023. Le vendite dei vini di Bordeaux sono in calo: meno 4% nel 2023 rispetto all’anno precedente. Ciononostante sui suoi vari mercati sono state vendute 500 milioni di bottiglie di vino bordolese, per un valore di quasi 4 miliardi di euro. Ogni secondo, 16 bottiglie prodotte e maturate nella Gironda vengono vendute in tutto il mondo. Revisione dei dettagli.

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COSÌ infografica

1 In Francia il rosso sta svanendo

Il mercato francese rappresenta il 55% delle vendite di vini bordolesi. Uscita principale: distribuzione di massa (GD). Il 45% del Bordeaux venduto in Francia è stato venduto lì. È anche il primo vigneto a denominazione di origine protetta (AOP) venduto in GD. In questo segmento le vendite continuano a diminuire. Meno 6% per tutti gli AOP, calo del 5% per Bordeaux. Da notare che una bottiglia su tre porta un’etichetta ambientale (biologico, HVE, Terra Vitis, ecc.). In questi supermercati vendiamo principalmente rossi (83%), 10% bianchi, 6% rosati. Il 44% delle vendite avviene nei ristoranti, nelle enoteche o online. Nel 2023, l’11% dei vini Girondini sarà venduto in hard discount.

Non sorprende che Bordeaux stia subendo il peso maggiore del calo del consumo di vino: un calo del 70% dagli anni ’60. Sono, logicamente, i rossi (85% dei vini prodotti a Bordeaux) a pagare il prezzo più alto. In dieci anni gli AOP rossi bordolesi sono diminuiti del 45%. Per rispondere a questa disaffezione, il vigneto sta giocando la carta della diversificazione dei colori (bianchi, crémants, ecc.) ma sta lavorando anche su diversi profili di vini rossi (fruttato, leggero, fresco), senza però abbandonare le “classiche” annate bordolesi .

2 Export in difficoltà

Stesso andamento sul mercato internazionale (45% delle vendite). In volume, Bordeaux è al 12%, ovvero 208 milioni di bottiglie vendute. In valore, il calo è del 5%, ovvero di 2,23 miliardi di euro. In calo la locomotiva cinese (che comprende la Cina continentale, Macao, Hong Kong): meno 18% in valore (399 milioni di euro), meno 17% in volume con 257mila ettolitri (34 milioni di bottiglie). Siamo lontani dal record del 2017 che vide 717mila ettolitri in Cina. A spiegarlo, il fenomeno dell’eccesso di scorte, le tensioni politiche a Hong Kong, il rallentamento economico, la crisi sanitaria… Su questo mercato, Bordeaux resta leader dei vini francesi.

Dietro troviamo gli Stati Uniti, dove i volumi sono diminuiti (-11%) mentre il valore è aumentato dell’1% (369 milioni di euro). Traduzione: gli americani acquistano vino meno ma più costoso. Troviamo lo stesso trend in altri mercati: Regno Unito, Germania, Svizzera. Da notare l’unicità del mercato belga, un rapporto forte che resiste alla prova del tempo. La pianura è la prima destinazione europea per i vini bordolesi: terza destinazione in volume, quinta in valore. Una delle sue specificità è che questo mercato apprezza tutte le denominazioni bordolesi.

Da notare, in questa classifica elaborata dal CIVB, la comparsa della Costa d’Avorio, che sale alla nona posizione in termini di volumi esportati. Nel 2023 sono state vendute 6 milioni di bottiglie per un valore di 6 milioni di euro, diventando così il 20°e destinazione in valore. In questi nuovi territori a lavorare: Africa o, in Asia, India e Corea del Sud. Ma non intendono sostituire i mercati storici.

3 Il vantaggio della notorietà

È un momento teso per i vini bordolesi. In questo oceano di grigiore, Bordeaux ha un vantaggio: la sua notorietà. Secondo un barometro stabilito da Wine Intelligence, considerando tutti i paesi messi insieme, Bordeaux rimane il vigneto numero uno. Un marchio globale, una vera risorsa quando quasi la metà dei vini prodotti nella Gironda viene consumata all’estero.

Sul mercato francese, il tempo del “Bordeaux bashing” sembra finito, soprattutto perché l’offerta si è evoluta per adattarsi alle nuove abitudini di consumo. Il messaggio è toccante. Anche in questo caso, Bordeaux è al primo posto in termini di notorietà, acquisti e immagine tra i consumatori. Dalla generazione Z (18-24 anni) ai “boomers” (55 anni e oltre), beneficia di questo riconoscimento.

Una tendenza confermata dal barometro dell’agenzia So Wine/Dynata: il vino è tornato ad essere la bevanda alcolica preferita dai francesi, davanti alla birra. Questa preferenza è particolarmente in aumento tra le donne e tra i 26-35 anni. Sempre secondo questo barometro, Bordeaux resta il vigneto preferito dai francesi, siano essi consumatori dilettanti, neofiti o illuminati.

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