una caratteristica in più in meno, cosa resta?

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La versione gratuita di Spotify vede scomparire una funzionalità dall’applicazione: i testi delle canzoni. Ancora un’altra caratteristica in meno in un modello senza abbonamento sempre meno attraente, mentre i prezzi di Spotify aumentano.

Logo Spotify // Fonte: Alexander Shatov – Unsplash

Cresce l’esasperazione degli utenti della versione gratuita di Spotify. Secondo loro, la piattaforma sta facendo di tutto per costringerli ad aggiornare a Spotify Premium. Lo dimostra la recente scomparsa della visualizzazione dei testi delle canzoni, che ora è accessibile solo a chi paga.

Testi e testi e testi“, sì, ma di più per tutti

Il caso in realtà risale allo scorso settembre: Spotify stava testando la rimozione dei testi di alcuni utenti gratuiti. In altre parole, non potevano più leggere i testi delle canzoni sulla loro applicazione. Diversi mesi dopo i test, Spotify ha preso la sua decisione: i testi saranno ora riservati agli abbonati Spotify Premium.

Fonte: geoon_Midas tramite Reddit

Per gran parte degli utenti del servizio di streaming musicale si tratta quindi della fine dell’accesso ad una funzionalità presente da anni. Dietro a questo c’è ovviamente una logica commerciale: chi era affezionato ai testi dovrà sottoscrivere un abbonamento.

Più parole, più parole, le stesse parole»: Spotify non convince più

Come riportatoAutorità Android, gli utenti hanno espresso la loro frustrazione per l’ennesima restrizione di Spotify per coloro che non vogliono pagare. I vincoli che si incontrano con la versione gratuita sono sempre più numerosi: pubblicità, riproduzione casuale, impossibilità di scaricare brani, salti di sei tracce all’ora, ecc.

Spotify // Fonte: ElR – Frandroid

Tanto più che Spotify, d’altra parte, aumenta i suoi prezzi. Il prossimo aumento previsto è legato al “tassa sullo streaming» in Francia, mentre l’abbonamento costa 11 euro al mese (6 euro per gli studenti). Tra le possibili alternative pensiamo a Deezer o YouTube Music, anche se non sono esenti da difetti. YouTube Music, ad esempio, è molto flessibile (in particolare non c’è riproduzione casuale), tranne che per un punto: è impossibile ascoltare la musica in sottofondo senza pagare.


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