RITRATTO. Lo scrittore Mahir Guven si è guadagnato il suo posto grazie al potere delle parole

RITRATTO. Lo scrittore Mahir Guven si è guadagnato il suo posto grazie al potere delle parole
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Una tigna, lo dice lui stesso, e un ragazzo molto educato. Matheux, ex giovane dirigente finanziario e letterato. Parigino e profondamente Nantes. Sangue misto, turco e curdo, i due nemici ereditari. Lo scrittore Mahir Guven non è un uomo che si adatta agli schemi. Piuttosto il tipo che martella i muri che lo rinchiudono. Atomizzare i soffitti di vetro che la società pone sopra le teste delle piccole persone.

Attenzione, anche se è un pugile, quello vero (lo dimostrano i suoi biscotti), non dà pugni alla cieca o apparente. Si comporta come un judoka. Osserva, lascia che arrivi, non gioca a debita distanza, gira intorno se l’ostacolo è difficile e piazza l’ippon. Pulito e chirurgico. E senza trionfalismo, con un sorriso affascinante.

Mahir Guven è oggi redattore presso Jean-Claude Lattès, una venerabile istituzione che annovera nel suo catalogo Stephen King, Delphine de Vigan e Marc Dugain. Quest’uomo di 38 anni, cresciuto a Saint-Sébastien-sur-Loire, a due passi da Nantes, gestisce il marchio La Grenade, “un laboratorio di creazione letteraria” aperto a giovani autori che non hanno né i codici né le reti.

È il suo orgoglio. Nasce dal suo incontro con Véronique Cardi, direttrice generale di questa casa editrice, della quale, dopo essersi innamorata Fratello maggiorevincitore del Premio Goncourt per il primo romanzo nel 2018, lo ha pubblicato su Livre de Pocket. “Un diamante grezzo, una scrittura incisiva”, definisce l’editore.

Questa etichetta non è un prodotto di marketing. Viene dalle viscere di Mahir Guven, dal suo patrimonio familiare, ormeggiato a sinistra. Abusi razzisti fin dall’infanzia. Di questa meritocrazia di cui rifiuta di farsi portabandiera, perché, secondo lui, è solo un miraggio. “Quanti talenti sprecati a causa di questa scuola disfunzionale? “, brontolò. Prima di aggiungere: “Dovevo diventare un buon borghese parigino affinché quando mi lamento la gente mi ascolti. »

Cultura Lascar e intimità parigina

Come un ragazzino bloccato in un quartiere della periferia di Nantes, stanco della comunità turco-nanto, è riuscito a scappare “la cultura lascarina, mai lontana dalla delinquenza” ha “la comunità parigina” ? È la storia di figure tutelari.

Innanzitutto, ” UN…

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