Perdita di senso, piacere e gioia: cos’è l’anedonia, quando nulla ci rallegra più?

Perdita di senso, piacere e gioia: cos’è l’anedonia, quando nulla ci rallegra più?
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Pubblicato il 24 aprile 2024 alle 17:30

La vita non ha più gusto, non ha più interesse. Ciò che prima ci appassionava diventa noioso e inutile. La scomparsa della vitalità e della gioia non è banale, può riflettere uno stato più profondo, l’anedonia.

Non voler fare nulla, non vedere nessuno, non parlare più, mangiare, ballare… I piaceri della vita sembrano insipidi, inutili, futili. Tuttavia, in precedenza davano piacere alla persona che soffriva di quella che viene chiamata anedonia. Di cosa si tratta ?

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Un sintomo da prendere sul serio

L’anedonia non è una malattia, ma un sintomo, spesso associato alla depressione. Può essere caratterizzata da “una perdita di vitalità, interesse e piacere”, ci ha spiegato recentemente la dottoressa Lucie Joly. Dobbiamo il termine allo psicologo francese Théodule Ribot nel 1896, che lo descrisse nel dizionario dell’Accademia di Medicina come uno stato in cui “tutto costa e niente è piacevole”. Viene anche attribuito ad altre malattie psichiatriche, come il bipolarismo, la schizofrenia o lo stress post-traumatico, un disturbo alimentare o una dipendenza. “Non mi piace uscire, non voglio fare passeggiate o vedere i miei amici. Mi lascia indifferente, mentre prima non era così. Sono sempre stata una ragazza festaiola e mi sono offerta volontaria per riempire le mie giornate. Da diversi mesi non desidero più nulla e la cosa non mi dà alcuna emozione”, afferma Marie, una consumatrice abituale di cannabis che nota un cambiamento nelle sue abitudini.

L’anedonia “può essere fisica (diminuzione della capacità di provare piacere durante i rapporti sessuali, praticare uno sport, mangiare) o sociale (disinteresse nelle interazioni)”, si legge su Doctissimo. È caratterizzato dalla mancanza di piacere nelle situazioni che di solito ci deliziano o che dovrebbero suscitare entusiasmo. La persona non prova emozioni o sono solo negative. Può manifestarsi come mancanza di desiderio di ottenere piacere, attraverso il nostro sistema di ricompensa, o incapacità di apprezzare il momento presente. Parliamo poi di anedonia motivazionale e di consumo.

Consultare per trovare l’origine

Quando si ha a che fare con una persona cara che soffre di anedonia, si dovrebbero evitare rimproveri e frasi convenzionali. Potrebbero avere l’effetto opposto. Se questa condizione dura più di due settimane, si consiglia di consultare uno specialista di salute mentale per una diagnosi. Per uscire da questo stato di estrema passività e riscoprire il gusto della vita, dobbiamo affrontare i problemi di fondo che sono alla radice. L’anedonia in quanto tale non è una malattia, riflette una salute mentale fragile e può essere scatenata da un elemento chiave (un trauma, una depressione, un incidente, ecc.).

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