Microsoft ha un problema: Windows 10 non muore

-

Tra un anno e mezzo finirà il supporto esteso di Windows 10. Problema: la migrazione a Windows 11 non sta andando bene. La quota di mercato del sistema operativo rimane ancora molto elevata, senza mostrare grossi segnali di declino. In confronto, la transizione da Windows 7 a Windows 10 è stata più forte.

Si tratta di una scadenza nota da tempo: il 14 ottobre 2025 segnerà la fine del supporto esteso per Windows 10. Dopodiché Microsoft non fornirà più alcuna patch di sicurezza per il suo sistema operativo (tranne che per i professionisti, se pagano). . Già dall’ottobre 2022 l’azienda americana ha smesso di fornire nuove funzionalità per il suo sistema operativo. Questa politica è giustificata da due argomenti principali.

Innanzitutto la longevità di Windows 10: Microsoft si prende cura della sua piattaforma da dieci anni – il suo rilascio risale al 25 luglio 2015. Poi, la carriera di Windows 11 è iniziata ormai due anni e mezzo fa (il sistema operativo è stato rilasciato il 5 ottobre 2021). Per incoraggiarne l’adozione, Microsoft ha addirittura offerto fin dall’inizio l’aggiornamento da Windows 10.

Tuttavia, ciò non sembra avere alcun impatto sulla quota di mercato di cui gode ancora Windows 10. Anche se manca quasi un anno e sei mesi al suo ritiro definitivo, W10 è ancora ampiamente presente sulle postazioni di lavoro dei computer. La sua quota di mercato è del 70% nell’aprile 2024, rispetto al 25,7% del W11.

type="image/avif"> type="image/webp">>>
Dal rilascio di Windows 11 nell’ottobre 2021, Windows 10 è stato molto stabile. La sua quota di mercato si sta erodendo, ma non in modo marcato. E, in effetti, Windows 11 non ha fatto molti progressi dal 2023. // Fonte: Screenshot

Questo è ciò che rivelano le statistiche di StatCounter, uno dei benchmark del settore. Altro elemento di preoccupazione per Microsoft: se il tasso di occupazione di Windows 11 è aumentato dal suo lancio, quello di Windows 10 è rimasto molto alto. In due anni e mezzo è sceso solo di poco più di dieci punti, passando dall’82,5% al ​​70%.

Una transizione più dinamica tra Windows 7 e Windows 10

In confronto, il passaggio da Windows 7 a Windows 10 è andato meglio (lo stesso si può dire per Windows 8 e Windows 8.1). Se ci riferiamo alla data di fine del supporto esteso per Windows 7, il 14 gennaio 2020, la transizione era già ben avviata un anno e mezzo fa, lo stesso tempo rimanente indicato in precedenza.

Pertanto, nell’agosto 2018, Windows 7 aveva una quota di mercato del 38,7% e Windows 10 una quota di mercato del 48,2% (Windows 8 era al 2,1% e Windows 8,1% al 7,3%). A quel tempo Windows 10 aveva già iniziato bene la sua carriera: uscito il 29 luglio 2015, aveva già poco più di tre anni. Statcounter mostra quindi dinamiche molto diverse:

type="image/avif"> type="image/webp">Fonte: schermata>>Fonte: schermata
In giallo, Windows 7, in viola, Windows 10. La migrazione è stata più dinamica con queste generazioni di sistemi operativi. Al termine del supporto esteso, il 23% degli utenti utilizzava ancora Windows 7. // Fonte: schermata

Il colosso del software ha quindi ancora un anno e mezzo per passare questo 70% a Windows 11 e ridurre la quota di Windows 10 allo 0%. Si tratta di una sfida importante, anche solo per ragioni di sicurezza: dopo il 14 ottobre 2025 decine di milioni di posizioni si ritroveranno senza sostegno. Un vantaggio per i pirati, un orrore per gli altri.

Questo “muro” del 14 ottobre spiega anche perché Microsoft è più insistente nei confronti di coloro che non hanno avviato la migrazione – anche se hanno un PC idoneo, anche se la loro licenza Windows 10 garantisce un aggiornamento gratuito. Ovviamente, questi sforzi di persuasione non hanno dato i loro frutti in modo tangibile, data la buona performance della traiettoria di W10 su StatCounter.

Resta infine il punto di vista degli utenti, che magari non vogliono abbandonare un sistema operativo ormai maturo e che gira senza problemi. Forse dicono anche a se stessi che c’è ancora tempo, che un aggiornamento è un processo lungo e noioso, come salvare prima i file o reinstallare determinati software. Sono comunque compatibili.

Le ragioni sono probabilmente varie quanto i ritardatari. C’è indubbiamente anche una mancanza di appeal per un sistema operativo che non avrebbe portato sviluppi abbastanza notevoli (alcuni sono stati abbandonati strada facendo). E non saranno le ultime iniziative pubblicitarie di Microsoft a cambiare la situazione.


Iscriviti a Numerama su Google News per non perdere nessuna novità!

Trova le ultime notizie su Windows 11

-

PREV Apple risolve un raro bug relativo alla ricomparsa delle foto cancellate
NEXT Caratterizzazione dell’impatto sulle attività di allevamento di antenne telefoniche, impianti elettrici e turbine eoliche