Challenge Cup – “E alla fine è Clermont a perdere”, il commento generale degli Sharks – ASM

Challenge Cup – “E alla fine è Clermont a perdere”, il commento generale degli Sharks – ASM
Challenge Cup – “E alla fine è Clermont a perdere”, il commento generale degli Sharks – ASM
-

Sconfitti a Londra, Fritz Lee e compagni hanno comunque dominato gli Sharks e i loro dieci campioni del mondo in tutti i settori del gioco. Questa incoraggiante sconfitta, come spesso si dice, sarà la base di una rinascita?

Francamente? Questa semifinale della Challenge Cup ci lascia uno strano sapore in bocca. Quella di aver già assistito ad una partita piacevole, a tratti spettinata e in definitiva poco somigliante a ciò che ci si può aspettare da una partita della fase finale, ovvero qualcosa “alla vita, alla morte”, come dice il luogo comune. Perché dove abbiamo visto, in nome di un boero, che una semifinale tra francesi e sudafricani, focosi ambasciatori dello scontro frontale e della ferocia che ne consegue, sferra il suo primo corpo a corpo dopo trentacinque minuti? E da quando, sacro azzurro, Il Clermont non aveva più perso una partita della fase finale che avrebbe dovuto vincere cento volte ? Poiché oggi vogliamo affrontare il problema in tutti i suoi aspetti, torniamo sempre alla stessa conclusione: questa squadra sudafricana, nonostante caricasse al fischio d’inizio dieci campioni del mondo, non ci ha fatto delirare, sabato pomeriggio. In effetti, le statistiche comunicate dall’EPCR attestano addirittura che i compagni di squadra del Lukhanyo Am, di fronte allo scarso pubblico dello Stoop Stadium, hanno mancato una sciocchezza di quaranta contrasti contro i Jaunards…

Quaranta contrasti, del resto! Vale a dire quaranta opportunità offerte ai bugnat per avanzare di qualche metro; che, in uno sport frenetico come il nostro, vale qualche moneta d’oro, sei d’accordo. Ma se fosse tutto, buona mamma! A Londra, i ragazzi di Christophe Urios hanno dominato quasi tutti i duelli (quarantuno difensori sconfitti), hanno fatto a pezzi questa difesa assediata in ogni lancio di gioco (dodici cross), hanno respinto tutti i maul penetranti costruiti dagli Sharks, hanno rubato tre palloni la rimessa laterale guidata da Eben Etzebeth e ha spinto tre volte in errore una mischia in cui coesistevano tre Springboks, vale a dire Ox Nché (leggi a fianco), Bongi Mbonambi e Vincent Koch. In una conferenza stampa, l’allenatore degli Sharks John Plumtree lo ha prontamente ammesso: “Abbiamo avuto un primo tempo molto deludente: abbiamo dato troppe munizioni agli avversari, a volte abbiamo esitato nella mischia e abbiamo perso diversi palloni importanti sotto i portieri”. Ma allora, caro John? “La nostra squadra ha carattere, orgoglio e sabato ha potuto dimostrarlo: gli Sharks possono essere orgogliosi della loro prestazione”. Sì… per così dire, cosa…

Jurand, Kremer, Béria: ragioni per crederci

Quindi il Clermont non vedrà il Tottenham. Quindi, l’ASMCA non salverà una stagione finora irregolare con un titolo di campionato europeo. E a dire il vero, tutto questo fa incazzare Christophe Urios : “C’era puzza di morte nello spogliatoio, dopo la partita… È dura per i giocatori… Volevamo vincere questa Coppa dei Campioni e oggi rimango convinto che alla fine vincerà chi vince questa semifinale di maggio (contro Gloucester, ndr) la competizione.” Se la squadra di Jaude non festeggerà un titolo quest’anno, probabilmente lo dobbiamo alla sporca indisciplina che ha caratterizzato il primo tempo degli Auvergnats, alla serie di errori commessi da Tomas Lavanini (anche lui sostituito all’intervallo) e ad altri che hanno ha offerto al marcatore opposto (Siya Masuku), ventidue punti e 100% contro i pali, l’opportunità di dimostrare che rimane, nonostante un’animazione offensiva un po’ lenta, uno dei cannonieri più precisi del continente africano.

Alla fine, questa sconfitta che “puzza di morte” non è tuttavia fine a se stesso. A Londra, e contro alcuni dei migliori rugbisti del pianeta, la banda degli Urios ha infatti dimostrato di valere più di questo undicesimo posto un po’ cupo in campionato. “Affrontare gli squaliha continuato Christophe Urios, Abbiamo mostrato un buon livello di gioco, ai miei occhi questo è il nostro vero livello di gioco, quello che dovremmo avere sempre”. Una mossa vincente e l’altra remissiva da inizio stagione, i compagni di Fritz Lee hanno fatto onore sabato alle fasi finali della competizione transcontinentale e in questa partita c’è chi ha ribaltato la classifica, oltre a Sleeve. Pensiamo innanzitutto a Joris Jurand (leggi altrove)autore di una doppietta e di un match del tutto sorprendente viste le sue discrete prestazioni da inizio stagione.

Non è l’unico: allo Stoop Stadium, Giorgi Beria, iperattivo per ottanta minuti (!), probabilmente ha fatto rimpiangere un po’ di più i suoi dirigenti la sua imminente partenza per Perpignan; Peceli Yato, in corrente alternata per settimane, ha scosso i sudafricani in tutte le direzioni quando Marcos Kremer o Léon Darricarrère non si sono limitati a guardare gli Springboks negli occhi. La forza lavoro dell’Alvernia sarebbe quindi meno povera di quanto i suoi detrattori vorrebbero farci credere? E c’è vita a Clermont quando mancano George Moala e Alivereti Raka? In ogni caso, questo è ciò che Christophe Urios predica continuamente: “La nostra squadra non può fare affidamento sulle individualità. Questo non funziona. Oggi, Joris Jurand e altri hanno dimostrato che il collettivo di Clermont era forte. Mi rifiuto di pensare che Clermont sia limitato a Alivereti Raka e George Moala. Se così fosse, lo faremmo hanno già ripiegato.” E alcuni di noi se ne sarebbero pentiti, mio ​​buon signore…

-

PREV Mercato: il PSG dice addio al “nuovo Platini”
NEXT “Tutti conoscono le mie intenzioni”, insiste Mbappé per giocare i Giochi