L’ESSENZIALE
- I ricercatori hanno seguito più di 700 donne in menopausa di recente per 4 anni.
- Il loro studio mostra che le donne che hanno seguito la TOS a breve termine non hanno mostrato alcun beneficio o danno cognitivo rispetto al gruppo placebo.
- Nuovi test effettuati 10 anni dopo hanno confermato questi risultati.
Vampate di calore, sbalzi d’umore, secchezza vaginale… la terapia ormonale sostitutiva aiuta ad alleviare i sintomi della menopausa. Tuttavia, alcune donne sono riluttanti ad assumere questo trattamento per paura degli effetti collaterali.
Uno studio dell’Università del Wisconsin-Madison, pubblicato sulla rivista Medicina PLOSvuole essere rassicurante. Lei garantisce che la terapia ormonale a breve termine non ha un impatto negativo sulle capacità cognitive delle donne che si sottopongono al trattamento all’inizio della menopausa.
Menopausa e TOS: nessun impatto sulle capacità cognitive a breve termine
Per valutare i rischi della terapia ormonale sostitutiva (HRT) all’inizio della menopausa, i ricercatori hanno riunito 727 donne in menopausa recente con una buona salute cardiaca. Sono stati divisi in modo casuale in 3 gruppi. A uno è stata prescritta una terapia ormonale sostitutiva per via orale, a un altro tramite iniezione mentre l’ultimo ha ricevuto un placebo.
I partecipanti sono stati successivamente sottoposti a vari esami fisiologici e cognitivi. Il follow-up è durato 4 anni.
Il team ha analizzato tutti i dati ottenuti. “Dopo quattro anni, non è stato osservato alcun beneficio o danno cognitivo in coloro che hanno ricevuto il trattamento rispetto al gruppo placebo”notano gli autori nel loro comunicato stampa.
Terapia ormonale: risultati incoraggianti anche a distanza di 10 anni
Per garantire che in seguito non vi fosse alcun effetto sulle capacità cognitive, i ricercatori hanno riesaminato i volontari quasi 10 anni dopo. 275 donne hanno accettato di partecipare nuovamente allo studio.
Risultato: sebbene la terapia ormonale a breve termine non sia riuscita a proteggere dal declino cognitivo, non è stato così “non ha più avuto alcun impatto cognitivo negativo a lungo termine”.
Pur riconoscendo che sono necessarie ulteriori ricerche, in particolare per verificare l’impatto del trattamento sulle donne a rischio cardiovascolare, il team ritiene che questi risultati siano rassicuranti.
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