(Agenzia Ecofin) – L’Africa ha registrato oltre 11.000 casi confermati di mux a domenica 3 novembre, diffusi in 19 Paesi, secondo i dati dell’Oms. La Repubblica Democratica del Congo rimane il paese più colpito, seguita da Burundi e Uganda.
Venerdì 22 novembre l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha mantenuto il massimo livello di allerta per quanto riguarda l’epidemia di muxus in Africa, il cui numero di casi e di paesi colpiti continua ad aumentare.
Secondo il comunicato stampa delle Nazioni Unite, “ questa decisione è stata presa a causa del crescente numero di casi e della loro continua diffusione geografica, delle sfide operative sul campo e della necessità di stabilire e mantenere una risposta coerente tra paesi e partner ».
Secondo gli ultimi dati diffusi dall’OMS domenica 3 novembre, l’Africa ha registrato 11.148 casi confermati e 53 decessi legati al vaiolo, distribuiti in 19 paesi. La Repubblica Democratica del Congo (RDC) rimane il paese più colpito, seguita da Burundi e Uganda.
Nel tentativo di contenere l’epidemia, l’organizzazione ha recentemente convalidato due vaccini. Il primo, sviluppato da Bavarian Nordic, è stato prequalificato in ottobre per gli adolescenti dai 12 ai 17 anni. Il secondo, LC16m8, progettato da KM Biologics in Giappone, ha ottenuto l’autorizzazione all’uso di emergenza martedì 19 novembre.
Tuttavia, le sfide legate all’offerta stanno frenando la diffusione dei vaccini. Finora, Ruanda, RDC e Nigeria hanno ricevuto 280.000 dosi e quasi 50.000 persone sono state vaccinate nella RDC e in Ruanda. Le autorità sanitarie temono che le scorte rimarranno limitate nel breve e medio termine, compromettendo così la lotta contro la malattia.
Allo stesso tempo, il Centro africano per il controllo e la prevenzione delle malattie (Africa CDC) ha annunciato, giovedì 7 novembre, l’avvio di uno studio clinico per testare il “brincidofovir”, un antivirale approvato contro il vaiolo, nel trattamento del morbo.
“L’Africa non sta solo rispondendo all’epidemia di vaiolo, ma stiamo assumendo un ruolo guida nella ricerca di soluzioni guidando la ricerca e lo sviluppo di trattamenti”ha affermato il dottor Jean Kaseya, direttore generale dell’Africa CDC.
Il Mpox, identificato per la prima volta nella RDC nel 1970, provoca lesioni cutanee, febbre alta e dolori muscolari. Attualmente si stanno verificando due distinte epidemie: una, causata dal clade 1, colpisce principalmente i bambini dell’Africa centrale, mentre l’altra, attribuita al clade 1b, colpisce principalmente gli adulti nella parte orientale della RDC e nei paesi limitrofi.
Charlene N’dimon
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