Uno studio recentemente pubblicato sul Journal of American Heart Association ha spiegato che la perdita dell’olfatto potrebbe essere un segnale di allarme di insufficienza cardiaca. Spiegazioni.
Quali sono i segnali d’allarme dell’insufficienza cardiaca?
L’insufficienza cardiaca è ilincapacità del muscolo cardiaco (cuore) di pompare abbastanza sangue nel corpo. Questa patologia provoca dispnea da sforzo e stanchezza cronica.
Con un esordio graduale, lo scompenso cardiaco colpisce soprattutto le persone di età superiore ai 70 anni.
L’insufficienza cardiaca si manifesta con:
- Dispnea (mancanza di respiro) : si verifica spesso durante l’attività fisica o mentre si è sdraiati e può peggiorare durante la notte.
- Stanchezza : sensazione di stanchezza costante e mancanza di energia per le attività quotidiane.
- Edema : gonfiore dei piedi, delle caviglie, delle gambe o dell’addome
- Rantoli polmonari : crepitio nei polmoni soprattutto durante lo sforzo.
- Respiro sibilante : può essere accompagnato da muco bianco o rosato, spesso schiumoso.
La perdita dell’olfatto potrebbe predire l’insufficienza cardiaca
I disturbi dell’olfatto sono comuni tra gli anziani e possono essere associati a problemi cardiovascolari.
I ricercatori della Michigan State University (USA) hanno esaminato la relazione tra la perdita dell’olfatto e il rischio di malattia coronarica, ictus e insufficienza cardiaca congestizia.
Per fare questo, gli scienziati americani hanno analizzato i dati di 2.537 persone che hanno partecipato ad un sondaggio effettuato nel 1997 e nel 1998. I volontari erano adulti sani di età compresa tra 70 e 79 anni. Il loro senso dell’olfatto è stato valutato utilizzando il test di identificazione olfattiva breve. Il punteggio del test è definito come scarso (punteggio ≤8), moderato (9-10) o buono (11-12).
Gli adulti sono stati seguiti per 12 anni o fino al verificarsi di un evento cardiovascolare o alla morte. Durante questo periodo sono stati registrati 353 incidenti cardiovascolari, 258 ictus e 477 infarti miocardici. L’olfatto era associato in modo statisticamente significativo all’insufficienza coronarica.