Dalla spiaggia al piatto: questi i germi che rischi di prendere quest’estate

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L’annegamento non è l’unico pericolo che incombe sulle vacanze in riva al mare. Anche i nemici microscopici possono rovinare totalmente la tua estate. Ecco quelli.

Mathis Tommaso

Scritto sopra 19/06/2024Aggiornato 19/06/2024

Cosa fare in caso di intossicazione alimentare? —
Salve Dottori – Newen Digital

A quasi un mese dall’inizio dei tanto attesi Giochi Olimpici di Parigi, tutta l’attenzione è concentrata sullo stato preoccupante della Senna. Un fiume nel quale dovrebbe tuffarsi a metà luglio anche Anne Hidalgo, con l’obiettivo di rispondere alla “gnagnagna” degli “scettici”, riguardo alla sua praticabilità per i Giochi, dice il sindaco di Parigi.

Le analisi, effettuate dalla ONG Surfrider Foundation lo scorso aprile, hanno tuttavia evidenziato la preoccupante presenza di batteri pericolosi per la salute nella Senna, dove si svolgeranno (ipoteticamente) le gare olimpiche di nuoto in acque libere. Ma il fiume della capitale non è l’unico corso d’acqua a rappresentare un rischio per la salute degli appassionati di nuoto. Michèle Gourmelon, ricercatrice di batteriologia ed ecologia microbica presso l’Istituto francese di ricerca per lo sfruttamento del mare (Ifremer), elenca le minacce batteriologiche che vi attendono quest’estate se pensate di preferire il nuoto alle escursioni.

Batteri fecali nell’acqua di mare

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, quest’estate i bagnanti non sono gli unici vacanzieri a rischio di contrarre una malattia infettiva. Particolarmente esposti sono anche i consumatori di molluschi. Infatti, ostriche, cozze o vongole si concentrano “microrganismi presenti naturalmente nell’acqua (vibrioni, ficotossine) o di origine fecale scaricati in mare dall’acqua (virus enterici, enterobatteri, protozoi)“, si legge in una nota sul monitoraggio dei rischi biologici legati al consumo di molluschi in Francia, pubblicata dall’Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare (ANSES) nel 2012.

Le tossiinfezioni legate ai molluschi sono dovute a virus durante i periodi di gastroenterite invernale“, più o meno lungo a seconda degli anni, ma generalmente situato tra dicembre e marzo, spiega Michèle Gourmelon. “batteri di origine fecale (tutto l’anno)” dove il “batteri marini, come i vibrioni, quando la temperatura dell’acqua è sufficiente“, può essere patogeno e responsabile di malattie nell’uomo.

Questi microrganismi, principalmente “dal tratto digestivo dell’uomo e degli animali, come la salmonella, il Campylobacter, alcuni Escherichia coli (E. coli) che possono essere patogeni, o virus enterici umani come i norovirus“sono noti per essere”agenti responsabili di infezioni o intossicazioni alimentari“, indica il ricercatore in un articolo sull’argomento pubblicato in La conversazione.

Crostacei e infezioni tossiche collettive

Quando almeno”due casi di sintomi simili, generalmente gastrointestinali, la cui causa è riconducibile alla stessa origine alimentare“vengono segnalate, si tratta di un’intossicazione alimentare collettiva (TIAC), precisa Michèle Gourmelon. “Nel 2022 il 4,5% (74 su 1636) dei TIAC erano legati al consumo di molluschi“, sottolinea.

Oltre alle malattie di origine alimentare, dopo una permanenza prolungata in acqua è possibile sviluppare anche altri tipi di infezioni batteriche o virali. Come l’otite esterna, o “l’orecchio del nuotatore”. L’acqua calda dei laghi o del mare può infatti favorire lo sviluppo di un’infezione batterica o fungina nel condotto uditivo e portare ad un’infiammazione acuta dell’orecchio.

Leggi anche: Norovirus: dopo le ostriche, vietato il consumo di diversi crostacei

Sabbia, questo nido di batteri

Non pensare che una volta usciti dall’acqua il pericolo sia passato! “I bambini che scavano nella sabbia possono sviluppare impetigine, una condizione batterica benigna ma dolorosa e contagiosa, che si manifesta con la comparsa di vescicole o croste giallastre.” sottolinea la Gazette de l’Infectiologie, nella sua edizione di luglio 2023.

Si consiglia inoltre di indossare un costume da bagno e di sdraiarsi su un asciugamano per evitare che le larve, quelle dell’ascaride o dell’anchilostoma, penetrino sotto la pelle e causino un intenso prurito locale“, possiamo anche leggere. Infine, “evitare il contatto diretto delle parti intime con la sabbia aiuta anche a prevenire infezioni vaginali da lieviti e dermatite da pannolino“. E, per inciso, per evitare un intenso prurito intimo al ritorno dalla spiaggia!

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