intelligenza artificiale per lo screening

intelligenza artificiale per lo screening
intelligenza artificiale per lo screening
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La macchina Vectra 360, sviluppata dalla start-up francese SquareMind, è in grado di fotografare quasi l’intera superficie della pelle di un paziente in un unico scatto, utilizzando 92 sensori ad alta definizione. Ciò consente allo scanner di fornire la mappatura delle lesioni e dei nei visibili.

“Il medico può quindi, a distanza, scegliere di ingrandire quello che sembra sospetto per analizzarlo”, spiega Isabelle L’Hôpital, che dirige la società France Dermatologie Territoires, all’origine del progetto.

L’obiettivo è semplice: migliorare la diagnosi del melanoma, in un reparto che deve far fronte a “lunghi ritardi nell’ottenere un appuntamento dal dermatologo”. Ogni anno in Francia vengono scoperti circa 18.000 casi di melanoma, il più aggressivo dei tumori della pelle, che provoca 2.000 morti.

Un cancro che richiede un monitoraggio accurato

Il melanoma è un tumore della pelle che assomiglia ad un neo ma spesso presenta le seguenti caratteristiche: asimmetria, bordi irregolari, molteplici colori, ingrossamento o cambiamento dell’aspetto. Il numero di nuovi casi ogni anno ha registrato un aumento costante negli ultimi due o tre decenni. Ma grazie al miglioramento dello screening e all’introduzione di nuovi trattamenti, il tasso di mortalità tende a stabilizzarsi negli ultimi anni.

“Dalla fine degli anni ’90, molti studi sono dotati dei cosiddetti apparecchi dermatoscopici digitali, che consentono di scattare foto della pelle e poi confrontarle durante le visite successive per monitorare i progressi”, afferma Luc Thomas, specialista in cancro della pelle , medico presso l’Ospedale Universitario di Lione. Precedentemente in grado di fotografare la pelle cm² per cm², ora le macchine possono catturare quasi l’intera superficie corporea.

Rilevare il melanoma “con un alto livello di sicurezza”

In un momento in cui l’offerta dermatologica si sta riducendo, l’automazione di alcune fasi dispendiose in termini di tempo nello screening del melanoma consentirà di monitorare in modo più preciso i pazienti che ne hanno più bisogno, spiega.

In secondo luogo, gli operatori sperano di poter contare sull’aiuto dell’intelligenza artificiale di queste macchine. Documentando automaticamente la superficie cutanea di un gran numero di persone, sarà possibile creare una storia completa delle lesioni e dei nei di questi pazienti.

“Oggi la macchina non può ancora fare una diagnosi”, spiega Jilliana Monnier, dermatologa. Vale a dire, confermare se questa o quella lesione è un melanoma. L’obiettivo sarà poi quello di sviluppare algoritmi di intelligenza artificiale in grado di identificare facilmente e rapidamente lesioni nuove, progressive o sospette sulla pelle nel suo insieme.

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