Con una malattia cardio-metabolica, muoviti!

Con una malattia cardio-metabolica, muoviti!
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I benefici per la salute derivanti dall’attività fisica sono ben consolidati, con un’associazione tra alti livelli di attività fisica e ridotto rischio di mortalità. Tuttavia, pochi studi si sono concentrati sui benefici dell’attività fisica (PA) nelle popolazioni con malattie cardio-metaboliche, che potrebbero trarre maggiori benefici da un’attività fisica regolare.

Esiste controversia riguardo all’intensità dell’PA, con studi che suggeriscono che livelli più elevati di PA da moderata a vigorosa sono associati a una ridotta mortalità, mentre altre osservazioni indicano un aumento del rischio di mortalità e complicanze cardiache in caso di PA intensa e prolungata.

9.500 partecipanti alla biobanca britannica

Questo studio prospettico di coorte mirava a indagare le associazioni tra PA, misurata mediante accelerometro, e rischio di mortalità nelle persone affette da malattie cardio-metaboliche. I partecipanti sono stati reclutati nel Regno Unito tra il 2006 e il 2010 da 22 centri. Nello studio finale sono stati inclusi un totale di 9.524 partecipanti della Biobanca britannica, con un’età media di 67 anni. Il volume totale di PA e PA da moderata a vigorosa e di intensità leggera sono stati quantificati utilizzando un modello di apprendimento automatico.

Durante il follow-up mediano di 6,87 anni, si sono verificati 659 decessi (6,92%), di cui 218 (2,29%) per cause cardiovascolari e 441 (4,63%) per altre cause. Rispetto ai quartili più bassi di attività fisica (totale, da moderata a vigorosa e leggera), gli HR aggiustati per la mortalità per tutte le cause nel quartile più alto erano, rispettivamente: 0,40 (IC al 95%: 0,31-0,52). ), 0,48 (IC al 95%: 0,37-0,61) e 0,56 (IC al 95%: 0,44-0,71). Associazioni inverse simili sono state osservate per la mortalità cardiovascolare e non cardiovascolare.

Il livello ottimale di PA da moderata a vigorosa per ridurre la mortalità cardiovascolare era intorno al terzo quartile (17,75-35,33 min/giorno). È stata osservata una relazione non lineare tra il livello di attività fisica e la mortalità.

In conclusione, la promozione dell’attività fisica, qualunque sia la sua intensità, è essenziale per ridurre il rischio di mortalità nei soggetti affetti da malattie cardio-metaboliche. I risultati attuali, basati su dati precisi sull’attività fisica misurati mediante accelerometro, forniscono importanti indicazioni per la prevenzione secondaria delle malattie cardio-metaboliche.

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