Questa ricerca di marcatori tumorali nel sangue è un’alternativa non invasiva alle tradizionali biopsie tissutali. Non li sostituisce, ma potrebbe aprire la strada a trattamenti più personalizzati.
Si esegue utilizzando un semplice prelievo di sangue, ma la biopsia liquida rientra comunque tra i grandi progressi dell’ultimo decennio nella lotta contro il cancro. Consiste nella ricerca dei biomarcatori ematici della malattia; vale a dire frammenti di DNA e cellule tumorali rilasciati dal tumore nel sangue. Mentre crescono le prove sulla capacità di questo test di rilevare rapidamente il cancro e migliorarne il monitoraggio e il trattamento, molte speranze risiedono nella possibilità che un giorno la biopsia liquida possa affermarsi come approccio sistematico in oncologia.
Attualmente, lo screening del cancro si basa sull’imaging medico e sull’analisi della biopsia tissutale di campioni di tumore prelevati tramite endoscopia, puntura o intervento chirurgico. Prelievi invasivi, anche dolorosi, non adatti a tutti i pazienti. La biopsia liquida potrebbe sostituire la biopsia…
Questo articolo è riservato agli abbonati. Ti resta l’83% da scoprire.
Vuoi leggere di più?
Sblocca immediatamente tutti gli oggetti. Nessun impegno.
Già iscritto? Login