Proponendo di eliminare il reato di scusarsi del terrorismo, La France insoumise ha suscitato numerose condanne nell'ambiente politico, a destra e tra i macronisti, ma anche una forte risposta da parte del PS, con sullo sfondo la questione dell'antisemitismo e della conflitto in Medio Oriente.
I deputati della LFI hanno presentato un disegno di legge volto ad abrogare il reato di glorificazione del terrorismo dal codice penale, che secondo loro ha accentuato “la strumentalizzazione della lotta al terrorismo” contro la “libertà di espressione”.
Il testo, presentato dal deputato del Nord Ugo Bernalicis, vuole eliminare questo reato creato da una legge del 2014, ritenendo che in materia “la legge del 29 luglio 1881 che tratta fatti relativi ai delitti di apologia di delitto, “apologia dei crimini di guerra, apologia dei crimini contro l'umanità”.
Sabato si sono sommate le condanne tra i macronisti e, a destra, il ministro degli Interni (LR) Bruno Retailleau che ha giudicato “difficile fare di più spregevole”.
Di fronte alle critiche, il leader dell'Insoumis, Jean-Luc Mélenchon, ha denunciato “un nuovo attacco contro LFI proveniente dall'estrema destra e ripreso pedissequamente dalla burocrazia politico-mediatica”. “Piuttosto che fare film, leggete il testo del disegno di legge”, ha detto.
Ma la polemica è scoppiata anche a sinistra, con la dura risposta del primo segretario del Partito socialista Olivier Faure, tornando anche sulle critiche di Mélenchon contro il cancelliere socialista tedesco Olaf Scholz sulla sua posizione nei confronti della decisione dell'Internazionale Corte penale nei confronti del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.
“Mi rammarico della posizione tedesca che non è la mia, ma allo stesso tempo non presento (un testo) che abroghi puramente e semplicemente il reato di favoreggiamento del terrorismo, la cui definizione necessita solo di chiarimenti per evitarne abusi. È imperativo per proteggere le libertà pubbliche ma anche per proteggere i francesi dal fanatismo e dagli appelli alla violenza e all'odio”, scrive su X Olivier Faure.
I socialisti evitano di “emarginare la difesa dei palestinesi non cedendo alle provocazioni e rifiutando di considerare l'antisemitismo come 'residuo'”, strilla ancora il capo del PS, usando un termine usato da Jean-Luc Mélenchon. E accusare LFI di “dividere” il “campo della pace” e di cercare di “sfruttare elettoralmente la tragedia”.
“Politici, associazioni, giornalisti, sindacalisti”
Nel loro disegno di legge gli Insoumi si chiedono “quale democrazia potrà ancora mantenere il suo nome, quando metodi antiterrorismo vengono utilizzati per reprimere attivisti politici, attivisti comunitari, giornalisti o addirittura sindacalisti”.
Citano il caso del leader della CGT del Nord Jean-Paul Delescaut, condannato in primo grado a un anno con sospensione della pena – ha fatto appello – per “apologia del terrorismo” attraverso i commenti fatti in un volantino a sostegno dei palestinesi.
Il deputato della LFI cita anche la presidente del suo gruppo, Mathilde Panot, e l'eurodeputata della LFI Rima Hassan, intervistate in aprile dalla polizia giudiziaria parigina nell'ambito delle indagini per “apologia del terrorismo”.
La signora Panot è stata ascoltata in merito al comunicato stampa pubblicato dal suo gruppo il 7 ottobre 2023, in cui l'attacco di Hamas in Israele veniva descritto come “un'offensiva armata da parte delle forze palestinesi” in un “contesto di intensificazione della politica di” occupazione israeliana “dei territori palestinesi.
In una lettera indirizzata ai suoi omologhi socialisti, ambientalisti e comunisti, Gabriel Attal, presidente del gruppo macronista EPR all’Assemblea, invita il resto della sinistra a “dissociarsi chiaramente” da LFI.
“Ricordo che fu la sinistra repubblicana a proporre e votare nel 2014 questo testo che proteggeva la sicurezza dei francesi e quindi preservava la loro libertà. Nel bel mezzo del processo per l'assassinio di Samuel Paty, il disegno di legge della Francia insoumise è un insulto e una macchia indelebile per chi lo indossa”, scrive il signor Attal.
“È un insulto alla memoria delle vittime di tutti gli attentati che hanno insanguinato la Francia. Di fronte al terrorismo, la Repubblica deve restare ferma e unita”, ha stimato dal canto suo il Consiglio di rappresentanza delle istituzioni ebraiche di Francia (Crif). domenica terrà la sua convention annuale.
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