Dietro il gruppo Ben & Mylène, in concerto in Florida questo fine settimana, ci sono Benjamin Martin e Mylène Groussia e le loro influenze musicali. Incontrare.
Prima di Ben & Mylène c’è stato Anahata, il primo progetto di due artisti 100% Agen. Da gennaio 2023 prestano i loro primi nomi al loro nuovissimo gruppo, insieme al chitarrista Damien Goizet, al bassista Manu Koumba e al batterista Adrien Vezzoli (“chiamato José”, scherzano i musicisti). In concerto questo sabato 12 ottobre alle 20:30 al Florida, intendono fare il tutto esaurito, con il rinforzo degli ottoni. Ben e Mylène hanno accettato di parlarci del loro mondo musicale, supportati di tanto in tanto da Damien e Adrien che vanno e vengono per installare la loro attrezzatura sul palco.
Il primo concerto che hai visto?
Mylene: Avevo 13 anni, era il gruppo tedesco Tokio Hotel, andai a vederli allo Zenith a Tolosa! Il primo concerto a cui sono andato volontariamente, senza i miei genitori!
Ben: The Naked Jerks, un gruppo di Agen… al quale poi mi sono unito! È stato il mio primo gruppo, con i miei amici.
Damiano: Lenny Kravitz a Bordeaux. Ho preso la batosta della mia vita.
Adriano: Un gruppo hip hop francese ha avuto un impatto particolare su di me: i Saïan Supa Crew.
Quando scrivi i tuoi testi hai delle abitudini, un rituale, un processo?
Ben: Francamente, viene come viene. Non ho un’abitudine specifica, ma una volta volevamo metterci alla prova. Era dicembre, abbiamo creato il nostro calendario dell’Avvento per una canzone. Ogni giorno ci poniamo un compito da portare a termine. Scrivi i testi, la musica, registra la parte strumentale, gira un video musicale, monta…
Mylene: Un tempo potevo avere un certo modo di fare le cose, ma ora non mi impongo più alcuna regola. Di solito scrivo prima i testi. Una volta non ero d’accordo con Ben su qualcosa. Un po’ arrabbiato, ho scritto un messaggio. Gliel’ho mostrato, ha trovato subito la musica per me. E prima di Ben & Mylène, nel 2020, durante il primo parto, il tempo era bello in primavera, volevo scrivere una canzone che desse l’impressione di andare in vacanza sulla strada delle Landes. Avevo bisogno di stare fuori, al sole, per poterlo creare. E questo ha dato vita a “Granello di sabbia”!
Un concerto che hai tenuto che ti ha lasciato un’impressione?
Ben: Abbiamo fatto il Festi’zak, in Haute-Vienne, il mese scorso, è stato davvero pazzesco! Il pubblico era super caldo.
Mylene: Non avevano solo consumato acqua! Siamo più orientati al pop rock, ma ci hanno accolto come se fossimo una band punk! Ci hanno offerto un pogo, l’emblematica danza punk in cui tutti spintonano. Un ragazzo è salito in cima al palo che teneva fermo il tendone!
Damiano: Abbiamo suonato a Cahors ad agosto, non c’era molta gente, ma è stato uno dei migliori concerti che potessimo fare. Abbiamo avuto un bel legame con questo pubblico.
Un luogo emblematico dove sogni di esibirti?
Mylene: L’Olympia, per il lato mitico… Avere il tuo nome in lettere rosse sul frontone, deve essere un’esperienza incredibile.
Ben: Il nostro stadio Armandie! Poter riempirlo per un concerto sarebbe divertente. Come quegli artisti che “tornano a casa” dopo aver fatto grandi scene.
Damiano: Ho sempre sognato di giocare in Florida… Gli stadi sono fantastici, ma in quelli piccoli trovi intimità con il pubblico. Altrimenti l’Olympia sì, non sarebbe male.
Un artista o un gruppo con cui ti piacerebbe collaborare?
Ben: Matthieu Chedid. È una delle nostre ispirazioni, ci piace il suo uso delle parole. O, per me, i Deluxe, un gruppo elettropop francese.
Mylene: Michael Jackson se fosse ancora in questo mondo! E l’Imperatrice, adoro questo allenamento.