L’uomo di 22 anni, di origine marocchina, stava cercando di fuggire dalla polizia nazionale a Bagnols-sur-Cèze.
Gli eventi hanno avuto luogo il 24 dicembre 2024 a Bagnols-sur-Cèze. Una pattuglia della Polizia nazionale effettua controlli stradali. Erano le 22 quando la polizia si è accorta che una Renault Mégane non rispettava la precedenza ad una rotatoria. Gli fanno segno di fermarsi, ma il veicolo accelera e fugge a forte velocità. È stata allertata la polizia dei villaggi vicini.
Due gendarmi di Pont-Saint-Esprit intervengono come rinforzi. Individuano la Renault Mégane più lontano, sulla corsia opposta. Successivamente vengono attivate le luci rotanti e gli avvisatori acustici. L’autista ha poi iniziato a zigzagare sulla strada e si è scontrato frontalmente con l’auto della polizia. In seguito all’incidente un brigadiere è rimasto ferito al ginocchio e allo stomaco; ha trascorso tre giorni di ITT. Il secondo ha una distorsione al collo e quattro giorni di ITT.
L’uomo, 21 anni, si trova in Francia da tre anni e dall’agosto 2023 è obbligato a lasciare il territorio francese (OQTF). La sua fedina penale è pulita. Ha una relazione e lavora nei mercati del Gard. Giudicato questo venerdì 17 gennaio dal tribunale penale di Nîmes, l’imputato ammette per metà i fatti. “Ero in fuga perché ero ubriaco e spaventato. Ma non volevo che attaccassero, sono loro che mi hanno ostacolato”, spiega dal box.
Il pubblico ministero chiede due anni di reclusione, un mandato di rinvio a giudizio e l’interdizione permanente dal territorio nazionale. Aggiunge: “Abbiamo abbastanza delinquenti nel Gard perché altri possano arrivare da altrove.” Il maestro Carmelo Vialette difende la difesa: “Il signore non ha fatto le sue azioni per nuocere, ma perché aveva veramente paura. Non ha mai voluto fare del male a nessuno, voleva semplicemente scappare. Questa non è violenza intenzionale. Quando fuggiamo, non cerchiamo di avere un incidente, perché sappiamo che rimarremo immobilizzati. Il suo record è pulito, non si è mai parlato di lui.“
Il tribunale penale di Nîmes lo ha condannato a 18 mesi di carcere, detenzione continuata e interdizione permanente dal territorio nazionale. Dovrà inoltre risarcire 1.900 euro alle vittime per il danno morale subito.