Ospite dello show di RTS Forum lunedì sera, il principale interessato, Thierry Breton, che è anche l’artefice del Digital Services Act (DSA), ossia il regolamento europeo volto a contrastare la propagazione di contenuti illeciti online e adottato nell’ottobre 2022, difende la regolamentazione europea dei social network di fronte alle critiche di Elon Musk.
Insiste sul fatto che questo regolamento mira a proteggere la libertà di espressione limitando al tempo stesso gli abusi legati agli algoritmi. “Se manipolati, questi algoritmi possono creare tsunami di informazioni con gravi conseguenze per le persone, i bambini e le nostre democrazie”. Secondo lui i DSA non sono censura, ma garanzia di sicurezza e responsabilità nello spazio digitale. “In Europa non tolleriamo discorsi antisemiti o razzisti o l’apologia del terrorismo, né nello spazio fisico né in quello digitale”, spiega.
Riguardo alle recenti provocazioni di Elon Musk, che lo ha definito un “tiranno dell’Europa”, Thierry Breton chiarisce di non considerarsi una “bête noire”, ma un artefice di un quadro democratico approvato all’unanimità dai 27 Stati membri.
Se manipolati, questi algoritmi possono creare tsunami di informazioni con gravi conseguenze per le persone, i bambini e le nostre democrazie
Ricorda che Elon Musk, in quanto imprenditore, ha il diritto di esprimere le sue opinioni, anche se possono scioccare, purché rispetti le leggi europee, in particolare quelle che regolano le piattaforme sistemiche come X. «Elon Musk deve quindi garantire trasparenza sul modo in cui i suoi algoritmi amplificano i contenuti e soddisfano i requisiti di legge”, continua.
Alla domanda sulla possibilità di vietare X in Europa, spiega che la legge prevede sanzioni chiare in caso di non conformità, che vanno dalle multe alla sospensione temporanea se le violazioni persistono.
Riguardo all’annuncio di Facebook della fine del fact-checking negli Stati Uniti, sottolinea inoltre che questo tipo di decisione sarebbe inaccettabile in Europa, dove vigono regole severe. Per Thierry Breton, boicottare i social network non è una soluzione: “Non sono per disertare, sono per lottare, per dire che la legge deve essere rispettata perché è la legge che protegge i nostri figli, i nostri concittadini e le nostre democrazie”.