Il Senegal, spesso elogiato per la sua vitalità democratica, potrebbe avviare un cambiamento decisivo nella gestione del suo spazio politico. Secondo il quotidiano L’Observateur, nella sua edizione di lunedì, l’attuale regime sta valutando di affrontare la proliferazione dei partiti politici lanciando un progetto di “razionalizzazione dello spazio pubblico”.
Con circa 400 gruppi registrati, il panorama politico senegalese sembra saturo, rendendo difficile la comprensione dei cittadini. Questa iniziativa fa parte del desiderio di modernizzare il funzionamento democratico, seguendo sforzi simili nel settore dei media. Tuttavia, i termini e il calendario di questa riforma rimangono ancora poco chiari. Secondo gli esperti intervistati dal quotidiano basterebbe un’applicazione rigorosa delle disposizioni legali per sistemare la situazione.
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Magaye Kassé, membro dell’ufficio politico del Partito Indipendente e Laburista (PIT), sottolinea che nessuna formazione soddisfa pienamente i criteri legali in vigore. Tali requisiti includono l’esistenza di organi funzionali, come un comitato centrale o un segretariato, e la pubblicazione regolare dei rendiconti finanziari. “ Se la legge fosse applicata, non avremmo più di 200 partiti in questo Paese”, dice.
Anche Ousmane Badiane, responsabile delle elezioni per la Lega Democratica (LD), sottolinea la mancanza di trasparenza finanziaria. “Né il partito o la coalizione al potere, né l’opposizione pubblicano i propri conti. Applicare la legge ad alcuni risparmiando altri sarebbe ingiusto”, dice. La razionalizzazione dei partiti politici potrebbe rafforzare la credibilità del sistema democratico senegalese. La sfida, però, sta nell’applicazione imparziale delle leggi, col rischio di trasformare questa iniziativa in uno strumento di controllo politico. In attesa di misure concrete, il futuro di questa riforma resta dipendente dalle intenzioni del presidente Diomaye Faye e del suo governo.
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