Docente-ricercatore all’Università di Poitiers, Philippe Carré insegna da circa vent’anni il “machine learning” o apprendimento automatico, che costituisce una branca dell’intelligenza artificiale. “Non c’erano ancora le capacità di calcolo, tutti i dati, è stata una specie di apertura”ricorda.
Da allora, l’insegnamento di questa svolta tecnologica si è evoluto, passando dalla teoria alla pratica. “C’è la comprensione dei concetti con il machine learning e una parte di matematica applicata con competenze come lo sfruttamento dei dati e la programmazione”spiega il nuovo vicepresidente alla ricerca, ricordando che la materia è in continua evoluzione.
Data scientist e analista di dati
L’istituzione integra l’intelligenza artificiale in sei corsi, di cui quattro master: matematica e applicazioni, informatica, elaborazione di segnali e immagini (corso sugli oggetti connessi), ingegneria sanitaria (corso di fisiologia, biotecnologia e informatica). UN OBIETTIVO della scienza dei dati, che “formazione sulla gestione informatica e sulla loro elaborazione statistica”e un diploma di ingegneria in scienza dei dati con Ensar (Scuola Nazionale di Scienze Applicative e del Rischio) sono forniti anche a Niort.
Questi percorsi formativi permettono di orientarsi verso due professioni: data scientist, “chi lavorerà per sfruttare i dati per estrarre informazioni utili e risolvere problemi complessi utilizzando algoritmi”e l’analista dei dati, “chi raccoglierà, analizzerà e interpreterà i dati”.
Alcuni studenti lavorano anche per uno dei tre laboratori congiunti dell’università. È il caso di Samuel Lozachmeur. Questo dottorando in elaborazione di segnali e immagini sta svolgendo una tesi presso il Damia Lab, che riunisce il laboratorio Xlim e l’azienda Poitevin Einden. “Lavoriamo sulla gestione dei database di immagini e video. Integriamo funzionalità AI in modo che i clienti possano effettuare ricerche in modo più efficiente”elabora.
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