Le ragioni per archiviare il caso del poliziotto che ha ucciso Nzoy a Morges – rts.ch

Le ragioni per archiviare il caso del poliziotto che ha ucciso Nzoy a Morges – rts.ch
Le ragioni per archiviare il caso del poliziotto che ha ucciso Nzoy a Morges – rts.ch
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Mentre l’agente che ha sparato a un uomo con un coltello nel 2021 è stato scagionato dalla Procura di Vaud, la RTS rivela il contenuto dell’ordinanza di classificazione.

Lo ha annunciato martedì la procura di Vaud in un comunicato stampa: nel caso Nzoy, intitolato a quest’uomo morto a colpi di arma da fuoco alla stazione di Morges nell’agosto 2021, l’agente di polizia responsabile della sparatoria mortale ha agito per legittima difesa.

>> Leggi di più: Conservata la legittima difesa per l’agente di polizia che ha ucciso Nzoy alla stazione di Morges

Il dipartimento investigativo della RTS ha ottenuto l’ordine di chiusura e questo ci permette di capire meglio perché il pubblico ministero Laurent Maye ha archiviato il caso.

Il magistrato torna innanzitutto ai verbali che hanno preceduto la tragedia del 30 agosto 2021. Alle 17:55, un meccanico di turno ha riferito che un individuo (Nzoy) stava camminando sui binari della stazione di Morges. Tre minuti dopo è arrivata sul posto una prima pattuglia della polizia.

Secondo il pubblico ministero, quando il meccanico si fa da parte per lasciare agire la polizia, Nzoy tira fuori un coltello. In sostanza, si dirige poi verso una seconda pattuglia.

Tre colpi

Gli agenti “gli hanno ordinato di fermarsi e di lasciare cadere il coltello”. Ma lui “si mette a correre in direzione” di un poliziotto, “che lo prende di mira, fa un passo indietro, poi spara un primo colpo, che va perduto, seguito da un secondo colpo”.

Secondo il magistrato, al momento del secondo sparo, Nzoy si trovava a massimo 6 metri dall’agente di polizia. Sono quindi le 17:59. L’ufficiale ripone l’arma e comincia ad avanzare verso Nzoy, ma “questo si alza e riprende a correre, armato di coltello”, verso il poliziotto.

Quest’ultimo spara un terzo colpo. Nzoy si trova quindi a una distanza compresa tra 2 e 4 metri da lui. Non si alzerà.

Eppure era imminente

Nella sua analisi, il procuratore Maye rileva che il comportamento adottato dal defunto appariva “chiaramente come un attacco”, l’ufficiale di polizia poteva quindi “sentirsi effettivamente minacciato da un attacco imminente”.

>>Leggi anche: Il poliziotto che ha sparato a Morges spiega di “non avere scelta”

Il magistrato precisa che la “determinazione” di Nzoy nell’aggredire il poliziotto è stata notata dal principale interessato, ma anche dagli altri partecipanti e testimoni. Per lui “le varie sequenze video” che mostrano i progressi di Nzoy supportano le spiegazioni delle persone che ha ascoltato.

Agli occhi della procura, l’aggressione di Nzoy “poteva legittimamente essere considerata grave e potenzialmente fatale” da parte dell’agente.

>> Rivedi l’analisi delle 19:30 sulla classificazione del caso:

La Procura della Repubblica di Vaud archivia il caso Nzoy: analisi di Fabiano Citroni / 19:30 / 1 min. / Martedì alle 19:30

Bastone tattico o spray al peperoncino?

Ma il tiratore avrebbe dovuto usare invece il bastone tattico o lo spray al peperoncino? Interrogato su questo punto, ha risposto che il manganello tattico viene utilizzato solo “nel combattimento corpo a corpo”, ma anche che lo spray al peperoncino “ha solo una portata limitata”. Ha detto che estrarre la pistola è stato “quasi istintivo”.

Nel provvedimento di archiviazione il pubblico ministero ricorda che, da un punto di vista teorico, “l’agente che si trova di fronte ad un avversario armato di coltello deve uscire e tenere in mano l’arma d’ordinanza, rivolgendosi a lui”.

Quanto a quando aprire il fuoco, Laurent Maye scrive che una distanza di 7 metri “è generalmente considerata la distanza minima di sicurezza al di sotto della quale un agente di polizia corre il rischio di essere colpito da un coltello”.

Annunciato il ricorso

In conclusione, il pubblico ministero afferma che l’agente “si è trovato di fronte ad un attacco grave e potenzialmente letale, avvenuto all’improvviso ed effettuato in modo determinato” […] Prendendo le distanze e lanciando avvertimenti, sembra aver adottato tutte le misure ragionevoli volte a evitare di dover aprire il fuoco. In realtà ha usato la sua arma solo all’ultimo momento […]. Si tratta quindi di ammettere che sussistono le condizioni per la legittima difesa.”

Laurent Maye ha quindi chiuso il caso. Ma l’avvocato della famiglia di Nzoy ha già annunciato ricorso contro questa decisione. La questione quindi non si fermerà qui.

>>Leggi anche: La famiglia dell’uomo ucciso a Morges denuncia un errore razzista

Fabiano Citroni, Servizio Investigativo RTS

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