Meloni rompe il silenzio sull’antisemitismo nel suo partito

Meloni rompe il silenzio sull’antisemitismo nel suo partito
Meloni rompe il silenzio sull’antisemitismo nel suo partito
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Nell’inchiesta del nucleo investigativo Backstair del media online Fanpage.it, attivisti di Gioventù nazionale, movimento affiliato a Fratelli d’Italia (FdI), il partito post-fascista cofondato da Giorgia Meloni nel 2012 , ha espresso commenti offensivi contro gli ebrei e le persone di colore. Altri fanno il saluto fascista, cantando “Sieg Heil” (un saluto nazista) o “Duce, Duce, Duce” in riferimento al dittatore fascista Benito Mussolini.

Due leader del movimento si sono dimessi e queste rivelazioni hanno suscitato l’indignazione di parte della classe politica, ma Giorgia Meloni non si è pronunciata. Fino alla pubblicazione, giovedì, della seconda parte dell’inchiesta, in cui gli attivisti prendono in giro Ester Mieli, senatrice di FdI ed ex portavoce della comunità ebraica di Roma. “Chi esprime idee razziste, antisemite o nostalgiche si trova nella casa sbagliata, perché queste idee sono incompatibili con Fratelli d’Italia”, ha detto la Meloni alla stampa italiana a margine del Consiglio europeo di Bruxelles.

“Non c’è alcuna ambiguità da parte mia su questo argomento”, ha aggiunto, prima di attaccare i giornalisti: “Perché, in 75 anni di storia della Repubblica, nessuno si è impegnato ad infiltrarsi in un partito politico, filmando di nascosto le sue riunioni? “Perché questi sono metodi di un regime autoritario”, ha tuonato. “Questo è giornalismo sotto copertura”, ha ribattuto un giornalista di Fanpage.

Da adolescente, la Meloni è stata attiva nell’ala giovanile del Movimento Sociale Italiano (MSI), formato dai sostenitori di Mussolini dopo la Seconda Guerra Mondiale. Leader di estrema destra in Italia dal 1945, ha cercato di prendere le distanze dall’eredità del suo partito, senza rinunciarvi del tutto. Ha mantenuto in particolare la fiamma tricolore nel suo logo, ispirato al francese Jean-Marie Le Pen, quando creò il suo Fronte Nazionale nel 1972.

Secondo alcuni analisti, la base del logo rappresenta la tomba di Benito Mussolini, a Predappio (nord), città natale del “Duce”, dove decine di migliaia di persone visitano ogni anno la cripta di famiglia. E diversi alti funzionari del suo partito non nascondono la loro ammirazione per il regime fascista, che nel 1938 introdusse le leggi razziali contro gli ebrei. Ignazio La Russa, ex MSI, cofondatore di FdI e presidente del Senato, colleziona busti rappresentanti Benito Mussolini.

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