A Basilea “When We See Us” racconta un secolo di pittura figurativa panafricana – rts.ch

A Basilea “When We See Us” racconta un secolo di pittura figurativa panafricana – rts.ch
A Basilea “When We See Us” racconta un secolo di pittura figurativa panafricana – rts.ch
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Al Kunstmuseum Basel si terrà fino al 27 ottobre 2024 “When We See Us – A Century of Pan-African Figurative Painting”. Una mostra monumentale che rivela come gli artisti neri abbiano dipinto tutta la ricchezza della loro identità per più di un secolo.

La mostra “When We See Us” riunisce una quantità impressionante di dipinti: 150 opere d’arte panafricane create da 120 artisti provenienti dall’Africa e dalla sua vasta diaspora. Quadri figurativi, perché rappresentano tutti persone di colore. Ritratti che dialogano tra loro per portare i visitatori del Kunstmuseum Basel ben oltre la camicia di forza in cui la storia ha confinato le nostre rappresentazioni della cultura africana.

La domanda iniziale posta dalla mostra è: in che modo gli artisti africani e africani della diaspora africana hanno rappresentato le loro esperienze nella loro pittura negli ultimi cento anni? Per Koyo Kouoh, co-curatore di questa impiccagione, l’idea iniziale era davvero quella di mostrare allegria, sottolinea il quotidiano alle 19:30 del 30 maggio: “Si trattava di concentrarsi su opere che permettessero di decentrarci dalla violenza e dai traumi, perché quella non può essere l’unica tela su cui leggere e interagire con l’esperienza africana e afro-diasporica nel mondo.”

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Un caleidoscopio di pittura panafricana

Il titolo della mostra “When We See Us” si riferisce alla miniserie Netflix “When They See Us” (2019) della regista afroamericana Ava DuVernay, ispirata al caso del Central Park Jogger, in cui adolescenti afroamericani venivano vittime di un errore giudiziario a causa di pregiudizi razzisti.

La mostra propone di invertire la prospettiva sostituendo “Loro” con “Noi”. Sono quindi gli artisti a mostrare nelle loro opere il modo in cui percepiscono la propria condizione. “Sono convinto che la vita del corpo nero nel mondo e il modo in cui l’Africa o i suoi discendenti, la diaspora africana, abitano il mondo sia importante per la lettura stessa del futuro del mondo”, indica Koyo Kouoh.

Foto dell’opera “Sundials and Sonnets” di Wangari Mathenge (2019). [Pascale M. Thomas et Tayo E. Famakinwa – Robert Wedemeyer]

I dipinti sono tutti raggruppati sotto un tema generale, “Black Joy”, suddiviso poi in sei temi: quotidianità, gioia e allegria, riposo, sensualità, spiritualità e trionfo ed emancipazione.

“When We See Us” è già stato presentato a Cape Town, in Sud Africa, allo Zeitz Mocaa, il più grande museo di arte contemporanea africana di cui Koyo Kouoh è direttore. La mostra si libera dai codici e mette in luce la libertà di raccontare storie e contemplare se stessi attraverso la propria africanità. Un’immersione tanto esaltante quanto sconcertante.

Commenti raccolti da Gilles de Diesbach e Michel Ndeze

Adattamento web: ld

“When We See Us – A Century of Pan-African Figurative Painting”, Kunstmuseum Basel, dal 25 maggio al 27 ottobre 2024.

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