Il re Mohammed VI segue personalmente i programmi idrici

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Il capo del governo, Aziz Akhannouch, ha affermato martedì a Riyadh, che la gestione delle risorse idriche costituisce una questione strategica per il Marocco, che è oggetto di un monitoraggio personale permanente da parte del re Mohammed VI, nei suoi vari discorsi e nei suoi alti orientamenti.

Il Capo del Governo, che rappresenta il Re al Vertice “One Water”, i cui lavori sono iniziati martedì nella capitale saudita, ha precisato in questa occasione che il Regno ha stanziato più di 14 miliardi di dollari per l’attuazione di un ambizioso programma nazionale volto a a garantire l’accesso all’acqua potabile e all’acqua per l’irrigazione, attraverso un approccio globale e innovativo che consenta al Regno di garantire una riserva idrica strategica.

Sono stati così messi in atto diversi assi principali, il primo dei quali è la realizzazione di progetti strutturanti che collegano i bacini idraulici, in particolare attraverso la realizzazione di un’autostrada acquatica che garantisca il collegamento idrico tra il Nord e il Centro del Regno, ha affermato, precisando che Il Marocco è riuscito a completare la prima fase di questo progetto collegando i bacini di Sebou e Bouregreg, con una capacità di convogliamento d’acqua media di un milione metri cubi al giorno.

Il secondo asse, ha proseguito, riguarda la realizzazione di progetti di dissalazione dell’acqua di mare, precisando che il Marocco ha già costruito 14 stazioni di dissalazione, tra cui quelle di Agadir e Dakhla.

Akhannouch ha sottolineato a questo proposito che il Regno sta cercando di accelerare la costruzione di 16 stazioni aggiuntive, le principali delle quali sono quelle di Casablanca – le più grandi del loro genere in Africa – e

di Rabat, che sarà realizzato nel quadro di un partenariato pubblico-privato. Questi progetti di desalinizzazione dell’acqua di mare mirano ad aumentare l’attuale capacità, stimata in 254 milioni di metri cubi, fino a una capacità complessiva di 1,7 miliardi di metri cubi all’anno entro il 2030.

Per quanto riguarda il terzo asse, il Capo del Governo ha menzionato la promozione delle risorse idriche non convenzionali, in particolare il riutilizzo delle acque reflue trattate, in particolare per l’irrigazione degli spazi verdi in diverse città, come Rabat, Marrakech e Agadir.

Il quarto asse riguarda, da parte sua, la promozione di sistemi di irrigazione a risparmio idrico, grazie alla generalizzazione delle tecniche di irrigazione e dei sistemi volti a razionalizzare il consumo di acqua nel settore agricolo, ha spiegato Akhannouch.

E da notare che il Regno, nell’ambito del Piano Marocco Verde, ha dotato circa un milione di ettari di sistemi di irrigazione, di cui più di 650.000 ettari con sistemi di irrigazione a goccia, risparmiando così più di 2 miliardi di metri cubi di acqua irrigua. Con la strategia “Generazione verde”, il Marocco intende aumentare la superficie irrigata a goccia fino a raggiungere un milione di ettari entro il 2030, ha affermato.

Il quinto asse, ha aggiunto, riguarda la politica delle dighe mirata a rafforzare l’approvvigionamento idrico, ricordando che il Marocco ha adottato questa strategia negli anni ’60, che gli ha permesso di dotarsi di un grande progetto idraulico infrastrutturale, comprendente 154 grandi dighe con una capacità di oltre di 20 miliardi di metri cubi, a cui si aggiungono 17 dighe attualmente in costruzione con una capacità di quasi 5 miliardi di metri cubi. Ciò porterà la capacità di stoccaggio totale a 25 miliardi di metri cubi entro il 2030, ha affermato.

Nonostante i numerosi risultati ottenuti dal Marocco nella gestione dello stress idrico, rimangono molte sfide e vincoli che possono essere affrontati solo attraverso un impegno serio e responsabile, un’azione partecipativa continua e il rafforzamento delle tecnologie innovative e dello sviluppo del partenariato pubblico-privato, ha concluso Akhannouch.

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