Nella Haute-Vienne, dove stanno emergendo tre triangoli, il mantenimento dei candidati di destra solleva interrogativi

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Lo sconvolgimento nei rapporti tra i blocchi politici non ha precedenti nel dipartimento dove, nonostante la buona resistenza della sinistra, la RN è in grado di conquistare almeno due collegi elettorali se l’alleanza repubblicana costruita attorno alla destra e la maggioranza presidenziale conferma, entro martedì, la fidelizzazione dei propri candidati.

Questa non è certamente una sorpresa, ma è ovviamente un terremoto. Da ieri sera, la prospettiva di vedere l’Haute-Vienne rappresentata da almeno uno, o addirittura più deputati di estrema destra al Palais-Bourbon, non è più uno scenario di fantapolitica.

Leggendo i risultati di questo storico primo turno, il Raggruppamento Nazionale è infatti in grado di conquistare almeno due collegi elettorali su tre, se l’“alternativa repubblicana” costruita attorno alla destra e alla maggioranza presidenziale conferma, entro martedì, il mantenimento dei suoi candidati .

Solo la prima circoscrizione una solida terra di sinistra (o almeno così pensavamo fino ad ora) sembra opporre resistenza. Con il 36,94% dei voti, il deputato uscente Damien Maudet (Nuovo Fronte Popolare/LFI) precede la candidata di RN Camille Dos Santos de Oliveira con 2.367 voti. Ma il probabile mantenimento al secondo turno di Isabelle Négrier (26,99%), rappresentante della maggioranza presidenziale, potrebbe confondere le acque di un’elezione tutt’altro che scontata.

La RN è in testa… con 19 voti nella 2a circoscrizione

Nel 2° distretto, la situazione è un po’ diversa. In questo settore sudoccidentale del dipartimento, solo 19 voti separano la candidata del RN Sabrina Minguet (36,86% dei voti) dal deputato uscente dell’NFP, il socialista Stéphane Delautrette (36,83%).

In questo caso, la sinistra ha raddoppiato il suo punteggio rispetto alle elezioni europee del 2024, ma l’estrema destra ha fatto lo stesso, infrangendo anche il suo record per le elezioni legislative del 2022 ottenendo 15.295 voti aggiuntivi mentre Stéphane Delautrette non ne ha ottenuti “quei” 7.139.

Dello spettacolare aumento di partecipazione (73,89%) hanno quindi beneficiato tutti… compresa la candidata centrista Marie-Eve Tayot (24%), soprannominata macronista locale e di destra, e che ieri sera sembrava decisa a mantenersi anch’essa in il secondo turno.

84 voti avanti per la sinistra al 3° posto

Per quanto riguarda il 3° distretto, Manon Meunier risulta vincitrice, ma di poco: la deputata uscente del NFP/LFI ha solo 84 voti di vantaggio sul suo rivale di estrema destra, il candidato del RN Albin Freychet. Quest’ultimo in due anni ha raccolto 11.000 voti laddove il deputato uscente, certamente anch’egli in progresso, ha raccolto “solo” 6.415 voti in più. E la probabile continuazione di Gilles Toulza in nome dell’alternativa repubblicana potrebbe confondere ancora un po’ gli elettori…

Un rischio politico e morale

Perché una delle chiavi del secondo turno è ovviamente in questa alleanza di centrodestra. mentre nel complesso la sinistra è risultata prima nel dipartimento con il 36,3% dei voti contro il 34,97% del RN.

Ribadendo domenica sera, per voce di Guillaume Guérin, presidente dei repubblicani dell’Haute-Vienne, che i suoi candidati non si ritireranno, la destra locale corre un rischio politico, quello di vedere il suo partito sprofondare in risultati elettorali problematici .

Ma corre anche e soprattutto un rischio morale, privando gli avversari più posizionati della RN di quella famosa “barriera repubblicana” che essa aveva tuttavia tanto invocato quando si è trattato, in passato, di garantire l’elezione di Jacques Chirac o, più recentemente, quelle di Emmanuel Macron.

Firenze Clavaud-Parant

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