Festeggia il Quebec

Festeggia il Quebec
Festeggia il Quebec
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David Lemelin

io sono fier del Quebec, fiero di essere quebecchese, orgogliosi di quello che siamo. Non lo dico con questo atteggiamento di disprezzo o che deriva dal rifiuto degli altri. È esattamente il contrario: sono orgoglioso di noi e felice di essere lì, insieme agli altri, ad esistere come popolo, come nazione. E non sono, tuttavia, un gioviale che non vede i problemi, i difetti e le sfide del Quebec. Anzi. Sono realista: tutti i paesi del mondo hanno i loro problemi, le loro sfide. Tutti.

Quindi, si tratta semplicemente di accontentarsi di ciò che abbiamo e di ciò che siamo? Non “accontentarsi”, maapprezzare e il celebrare. Per rendere omaggio a coloro che, nel corso dei secoli, hanno sgombrato, costruito e voluto offrire ai propri cari un luogo dove vivere e fiorire. Per rendere omaggio a coloro che hanno portato con sé la nostra cultura e la nostra lingua offrendola ai loro figli e a coloro che sono venuti da tutto il mondo per arricchirci collettivamente, adottando questo paese eccezionale, il Quebec, che apre le sue braccia e il suo cuore a chiunque vuole stabilirsi lì.

Ed è anche per rendere omaggio e celebrare coloro che fanno vibrare il Quebec oggi, che lo spingono a superare se stesso, a creare, a prendere il suo posto, che si tratti di cultura, arte, economia, affari, conoscenza, ecc. In tutto il mondo, il Quebec si distingue, innova, impressiona. Questo popolo, una minoranza in un oceano anglofono dell’America, intriga ancora oggi con la sua vitalità, la sua tenacia, la sua resilienza. Queste persone che parlano francese, nonostante le sfide, resistono ancora. E oggi non gli resta che fare il passo per assumersi pienamente, completamente la responsabilità, come un adulto maturo che può decidere del suo futuro e prendere decisioni per se stesso, come in ogni normale sviluppo della vita di un popolo.

Nel frattempo il cuore è in festa. Il Quebec celebra ciò che è, ciò che è diventato e può sorridere al futuro per ciò che sarà. Finché lasciamo che questo orgoglio esista in noi, che assumiamo ciò che siamo, che difendiamo e promuoviamo la nostra cultura, i nostri valori, il nostro patrimonio, che lo condividiamo con coloro che si uniscono a noi, non ci sarà limite a ciò che il Quebec può realizzare e diventare.

In ogni caso, pur essendo pienamente consapevole delle sfide che ci attendono, la vedo come una fonte di motivazione per continuare a portare avanti ciò che siamo. Vedo opportunità, un dovere e una vocazione. Mi guardo alle spalle e sorrido ai nostri antenati. Guardo avanti e sorrido ai nostri figli. Perché vedo tutto il nostro potenziale e sono convinto della capacità del Quebec non solo di sopravvivere, ma di vivere, fiorire e brillare, ovunque. Voglio contribuire a questo. Lo faccio, in particolare, esprimendo proprio questo orgoglio.

Non è arrogante o condiscendente. È positivo, costruttivo, accogliente e premuroso.

È semplicemente un orgoglio ben riposto.

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