![Inflazione nascosta: i produttori hanno trovato un modo per aggirare le nuove regole anti-shrinkflation](https://it.dayfr.com/temp/resized/medium_2024-06-28-048a4bf1a7.jpg)
La “shrinkflation” consiste nel ridurre la quantità di un prodotto senza abbassarne il prezzo e soprattutto senza annunciarlo.
Dal 1° luglio i supermercati saranno obbligati ad affiggere un piccolo cartellone per informare i propri clienti.
Un sistema che già mostra i suoi limiti, come spiegato in questo servizio del Tg delle 20 su TF1.
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Inflazione: i prezzi salgono
Questo per consentire ai consumatori di fare “una scelta informata”afferma il ministro del Commercio, Olivia Grégoire, e “fermare una truffa”afferma il ministro dell’Economia, Bruno Le Maire, in una pubblicazione pubblicata dal governo Giornale ufficiale, sabato 4 maggio, un decreto che obbliga i supermercati a informare i propri clienti in caso di “shrinkflation”. Una pratica finora legale, ma fuorviante, poiché consiste nel ridurre la quantità di un prodotto senza abbassarne il prezzo, e soprattutto senza annunciarlo.
Dal 1 luglio i marchi saranno quindi tenuti ad apporre un’etichetta o un poster “visibile” et “leggibile” in prossimità, o anche direttamente sulla confezione, di tutti i prodotti interessati. Sarà sufficiente?
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Per la cronaca, alcuni mesi fa, alcuni distributori, come Intermarché nel novembre 2023, hanno denunciato essi stessi i marchi che praticavano la “shrinkflation” con i propri manifesti affissi sugli scaffali. Ma stranamente, mentre ora è il governo a imporlo, i marchi sembrano molto meno combattivi. “La percentuale di prodotti interessati è molto bassa, inferiore a 10”, reagisce la Cooperativa U. “Ci saranno pochissimi prodotti, se non addirittura nessuno, quindi niente poster”sostenere i Mousquetaires/Intermarché. “Il marchio ha implementato una procedura che mira a identificare i prodotti interessati da questa pratica e a correggerne i prezzi a monte”indica il gruppo Carrefour.
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Ciò non sorprende Lionel Maugain, giornalista di 60 milioni di consumatoriche spiega al microfono di TF1, nel telegiornale delle 20 trasmesso questo giovedì 27 giugno e che trovate nel video in apertura di questo articolo, che la distribuzione di massa è in realtà direttamente interessata: “Abbiamo assistito, nel settore frutta e verdura o nel settore delle bevande, ad una ‘shrinkflation’ con i marchi dei distributori. Quindi, i distributori punteranno il dito contro se stessi. È ragionevole dubitarne.”
Gli industriali hanno già trovato la soluzione
Tanto più che, dal canto loro, i produttori hanno già trovato il modo di aggirare le nuove norme. Esempio con una confezione di brioches surgelate McCain: invece di diminuire la quantità, il brand nelle ultime settimane l’ha leggermente aumentata, ben del 15% (da 400 a 460g), mentre, secondo il nostro listino, il prezzo è aumentato passato da 2,93 a 3,99 euro, con un aumento del 36%.
L’azienda, contattata da TF1, ha restituito la colpa rispondendo così “il prezzo finale in negozio rimane a discrezione esclusiva del distributore”…Un cliente, intervistato all’uscita da un supermercato, giudica questo “ingiusto, perché non tutti sono allo stesso livello nel leggere le etichette”. Torniamo al punto di partenza, quindi.