Inflazione nascosta: i produttori hanno trovato un modo per aggirare le nuove regole anti-shrinkflation

Inflazione nascosta: i produttori hanno trovato un modo per aggirare le nuove regole anti-shrinkflation
Inflazione nascosta: i produttori hanno trovato un modo per aggirare le nuove regole anti-shrinkflation
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La “shrinkflation” consiste nel ridurre la quantità di un prodotto senza abbassarne il prezzo e soprattutto senza annunciarlo.

Dal 1° luglio i supermercati saranno obbligati ad affiggere un piccolo cartellone per informare i propri clienti.

Un sistema che già mostra i suoi limiti, come spiegato in questo servizio del Tg delle 20 su TF1.

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Inflazione: i prezzi salgono

Questo per consentire ai consumatori di fare “una scelta informata”afferma il ministro del Commercio, Olivia Grégoire, e “fermare una truffa”afferma il ministro dell’Economia, Bruno Le Maire, in una pubblicazione pubblicata dal governo Giornale ufficiale, sabato 4 maggio, un decreto che obbliga i supermercati a informare i propri clienti in caso di “shrinkflation”. Una pratica finora legale, ma fuorviante, poiché consiste nel ridurre la quantità di un prodotto senza abbassarne il prezzo, e soprattutto senza annunciarlo.

Dal 1 luglio i marchi saranno quindi tenuti ad apporre un’etichetta o un poster “visibile” et “leggibile” in prossimità, o anche direttamente sulla confezione, di tutti i prodotti interessati. Sarà sufficiente?

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Per la cronaca, alcuni mesi fa, alcuni distributori, come Intermarché nel novembre 2023, hanno denunciato essi stessi i marchi che praticavano la “shrinkflation” con i propri manifesti affissi sugli scaffali. Ma stranamente, mentre ora è il governo a imporlo, i marchi sembrano molto meno combattivi. “La percentuale di prodotti interessati è molto bassa, inferiore a 10”, reagisce la Cooperativa U. “Ci saranno pochissimi prodotti, se non addirittura nessuno, quindi niente poster”sostenere i Mousquetaires/Intermarché. “Il marchio ha implementato una procedura che mira a identificare i prodotti interessati da questa pratica e a correggerne i prezzi a monte”indica il gruppo Carrefour.

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Ciò non sorprende Lionel Maugain, giornalista di 60 milioni di consumatoriche spiega al microfono di TF1, nel telegiornale delle 20 trasmesso questo giovedì 27 giugno e che trovate nel video in apertura di questo articolo, che la distribuzione di massa è in realtà direttamente interessata: “Abbiamo assistito, nel settore frutta e verdura o nel settore delle bevande, ad una ‘shrinkflation’ con i marchi dei distributori. Quindi, i distributori punteranno il dito contro se stessi. È ragionevole dubitarne.”

Gli industriali hanno già trovato la soluzione

Tanto più che, dal canto loro, i produttori hanno già trovato il modo di aggirare le nuove norme. Esempio con una confezione di brioches surgelate McCain: invece di diminuire la quantità, il brand nelle ultime settimane l’ha leggermente aumentata, ben del 15% (da 400 a 460g), mentre, secondo il nostro listino, il prezzo è aumentato passato da 2,93 a 3,99 euro, con un aumento del 36%.

L’azienda, contattata da TF1, ha restituito la colpa rispondendo così “il prezzo finale in negozio rimane a discrezione esclusiva del distributore”…Un cliente, intervistato all’uscita da un supermercato, giudica questo “ingiusto, perché non tutti sono allo stesso livello nel leggere le etichette”. Torniamo al punto di partenza, quindi.


Hamza HIZZIR | Rapporto TF1 Valentin Dépret, Hélène Massiot, Guillaume Vuitton

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