La Procura di Ginevra vuole mandare in prigione i miliardari che “traggono profitto dalla miseria umana” – rts.ch

La Procura di Ginevra vuole mandare in prigione i miliardari che “traggono profitto dalla miseria umana” – rts.ch
La Procura di Ginevra vuole mandare in prigione i miliardari che “traggono profitto dalla miseria umana” – rts.ch
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La Procura ha chiesto condanne fino a cinque anni e mezzo di reclusione contro i quattro membri della famiglia Hinduja accusati di traffico di esseri umani.

“In questa famiglia spendiamo più per il cane che per i dipendenti.” Sono bastati pochi minuti perché il primo pubblico ministero Yves Bertossa pronunciasse la frase più eclatante della sua requisitoria.

Con grande vivacità, questa mattina, il rappresentante della Procura ha chiesto cinque anni e mezzo di reclusione nei confronti del padre e della madre, e quattro anni e mezzo nei confronti del figlio e della nuora Hinduja.

Ai suoi occhi, questi quattro imputati multimiliardari “non danno per scontato nulla, non hanno etica, né morale”. Hanno “approfittato della miseria umana” e hanno trattato i loro dipendenti “in modo disgustoso”.

Dipendenti pagati “a fionda” ha detto più volte Yves Bertossa prima di consegnare alcuni dati in una sala gremita di gente, ma molto silenziosa. Parla del personale domestico indiano che guadagnava tra 50 centesimi e 1 franco l’ora, lavorando dalle 15 alle 16 ore al giorno, 30 giorni al mese.

“Comportamento esecrabile”

“Questo non è il processo dei ricchi. È il processo di una famiglia multimiliardaria, questo è un fatto, che recluta persone in India e le paga con la fionda”, insiste il primo pubblico ministero.

Per lui i quattro imputati non hanno attenuanti. “Si sono comportati in modo esecrabile durante tutta la procedura e hanno fatto di tutto per sfuggire al processo. I genitori non sono nemmeno venuti. A loro non interessa la procedura, non si preoccupa del verdetto che verrà emesso”, dice.

Yves Bertossa non attribuisce alcun credito all’accordo finanziario raggiunto a metà della scorsa settimana tra gli imputati e i tre ricorrenti. Un accordo che ha portato al ritiro della denuncia, ma che non ha posto fine al processo, essendo la tratta di esseri umani un reato perseguibile d’ufficio.

“Fuga dalla prigione”

“I denuncianti aspettano da otto anni di essere pagati. Questo accordo è quindi un’ottima notizia per loro. Ma non dobbiamo lasciarci ingannare. Gli Hinduja non hanno stipulato questo accordo per riscattarsi o perché si sono resi conto di quello che hanno fatto. No Vogliono solo scappare dal carcere, è angosciante”, afferma il primo pubblico ministero.

Chiede pertanto al tribunale di pronunciare una richiesta di risarcimento di 3,5 milioni di franchi a favore dello Stato di Ginevra. Secondo lui l’accordo tra imputati e dipendenti non tiene conto degli stipendi che non sono stati pagati ed è quindi normale che siano gli Hinduja a pagarli.

Il processo proseguirà questo pomeriggio e domani con le argomentazioni conclusive della difesa. La sentenza verrà emessa venerdì pomeriggio.

Fabiano Citroni

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