Corbière, Garrido, Simonnet… cosa incolpa il management di LFI ai suoi dirigenti non reinvestiti?

Corbière, Garrido, Simonnet… cosa incolpa il management di LFI ai suoi dirigenti non reinvestiti?
Corbière, Garrido, Simonnet… cosa incolpa il management di LFI ai suoi dirigenti non reinvestiti?
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A soli due giorni dall’accordo il Nuovo Fronte Popolare è già nei guai? Venerdì sera, la Francia ribelle ha mostrato in pieno giorno le sue divisioni interne investendo il controverso Adrien Quatennens, condannato per violenza domestica, ma non altri sei candidati tra cui dirigenti come Alexis Corbière (Seine-Saint-Denis), Raquel Garrido (Seine-Saint-Denis ) o Danielle Simonet (Parigi). Quanto basta per provocare l’incomprensione degli interessati e la rabbia delle altre formazioni del Nuovo Fronte Popolare.

Per Alexis Corbière, intervistato questo sabato su franceinfo, l’unico “responsabile è Jean-Luc Mélenchon”, leader di La France insoumise (LFI). “Ha saldato i conti con me”, presume. “Quello che è appena successo è irresponsabile. »

Divisioni interne coinvolte

Secondo Alexis Corbière, il suo desiderio di una “linea più unitaria” sostenuta internamente da persone non reinvestite è in discussione. “È un’epurazione dei cinque deputati (…) che da mesi, all’interno del gruppo Francia insoumise, non smettiamo di dire di fermare questa strategia settaria nei confronti dei partner, smettiamo di cercare di unire per unire”, Danielle Simonnet ha insistito su RTL.

Queste divisioni interne sono emerse nel dicembre 2022. In quella occasione la LFI si è riunita per decidere il nuovo coordinamento del movimento. Manuel Bompard, il braccio destro di Jean-Luc Mélenchon, diventa senza sorprese il coordinatore nazionale, ma nessuno dei veterani della LFI ottiene un posto. Tra loro ci sono Alexis Corbière, Raquel Garrido, ma anche Éric Coquerel, Clémentine Autain e François Ruffin. “Il ritiro e il lockdown (organi di governo delle persone più vicine a Jean-Luc Mélenchon, ndr) furono assunti in modo brutale”, reagì allora Clémentine Autain.

Secondo diversi parlamentari dell’epoca, questa emarginazione mirava a escludere potenziali successori di Jean-Luc Mélenchon alla guida degli Insoumi. Da qui le accuse di mancanza di democrazia interna da parte delle persone prese di mira, che in particolare hanno organizzato un incontro tra “frondeurs” – nome dato dalla leadership ribelle – nel febbraio 2023. Alcuni mesi dopo, nel maggio 2023, abbiamo rivelato che Alexis Corbière e Clémentine Autain si era semplicemente rifiutata di sedere nella nuova composizione del gabinetto del gruppo LFI all’Assemblea nazionale a causa delle divisioni.

Anche Guillaume Ancelet, presidente del movimento Picardie Debout! di François Ruffin, non è investito. Oltre alla sua vicinanza a François Ruffin, l’anno scorso ha messo in discussione soprattutto la strategia di LFI, come nota Mediapart. Così come Frédéric Mathieu, che lo vede come una conseguenza della “richiesta democratica all’interno del movimento”, e Hendrik Davi che ammette di essere “opposto” a Jean-Luc Mélenchon.

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