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14 giugno 2024 |
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© Christophe Raynaud de Lage

ƒƒƒ articolo Di Sylvie Boursier

Marina Mani rispolvera la favola astratta di Pirandello e la trasforma in un vibrante appello sull’urgenza di rivivere in scena i drammi del passato e sull’assoluta necessità del teatro come catarsi e redenzione.

Siamo uno su un ring bifronte con sei personaggi – il Padre, la Madre e quattro figli – che sono ansiosi di parlare e di assediare una troupe in piena prova. Alla domanda del regista (formidabile Guillaume Gallienne nei panni di un depresso regista di troupe)” cosa vuoi ? »la loro risposta sbatte” vogliamo vivere, signore “. La ripetizione sta scivolando e sono pronti a combattere. Ben presto, davanti alla troupe di attori sbalorditi, rivelano le passioni, gli odi, i vergognosi segreti della loro famiglia, la relazione incestuosa, il suicidio, la follia della madre, la tragica storia di persone comuni intrappolate in una spirale fatale. Questi miserabili dilapidati resistono all’annientamento – esistendo in teatro o morendo nati morti – la loro urgenza vitale risveglia il desiderio del regista infuocato e la voglia di recitare della sua troupe ma come possono accettare di essere rappresentati, “interpretati” da attori? “ Non hanno nulla di noi in loro » dicono ironicamente i personaggi di fronte al loro doppio. Possiamo dire la verità degli esseri in scena? I due gruppi acquisiranno gradualmente maggiore familiarità, al rifiuto iniziale dell’altro segue un’esperienza comune perché ciò che raccontano questi personaggi goffi, nervosi, appassionati è la nostra storia, le nostre anime fratturate che non accettano di scomparire senza avere stato ascoltato.

La messa in scena coinvolgente di Marina Hands ha l’atmosfera di un incubo al ritmo delle successive apparizioni e arrivi della troupe, poi dei personaggi stessi che emergono dal pubblico. Come in un film espressionista, cadono come animali braccati. Il disagio e la tensione si accumulano fino alla paura finale. L’arredo è ridotto alla sua espressione più semplice, tutto è urgente da dire davanti a due bambini muti che osservano gli altri ai margini della scena, scivolando negli angoli come se volessero scomparire. Ma ” Devo dirle, Signore, che tra questa gente non si lascia, si prega » direbbe Brel.

Il mezzovoce iniziale è appena udibile oltre la quinta fila, ma fin dall’arrivo dei personaggi ci colpisce la vergogna del Padre (notevole Thierry Hancisse), la sete di vendetta della bella ragazza interpretata da Adeline d’Hermy sovraeccitata, il disprezzo del figlio (Adrien Simon tutto con rabbia repressa) e la prostrazione della Mater dolorosa, Clotilde de Bayser. Thierry Hancisse è la chiave di volta di questa banda di diseredati, ha l’ambiguità accattivante di un Peter Lorr in M il Maledetto e la sdolcinata perversità di un Mitchum in la notte del cacciatore. Il linguaggio nervoso e forzato di Pirandello, nella traduzione di Fabrice Melquiot, fa miracoli.

Ci commuove vedere questa bellissima troupe guardarsi suonare, incoraggiarsi a vicenda, seducersi a vicenda in una produzione esplosiva. Vanno e vengono in un costante squilibrio, senza rete di sicurezza, con grande modestia, ammettono le loro turpitudine, il loro odio, si sostengono a vicenda e si dilaniano a vicenda allo stesso tempo. In un’epoca che invita a rinunciare ai propri sogni, alle mezze misure e agli elementi formattati del linguaggio, questo spettacolo artigianale ci fa bene, il teatro è vita, meno le false pretese.

© Christophe Raynaud de Lage

Sei personaggi in cerca di autore di Luigi Pirandello nella traduzione di Fabrice Melquiot

Adattamento: Fabrice Melquiot e Marina Hands

Regia: Marina Mani

Scenografia: Chloé Bellemere

Costumi: Betsabea Dreyfus

Luce: Bertrand Couderc

Suono: Jean-Luc Ristord

Con: Thierry Hancisse, Coraly Zahonero, Clotilde de Bayser, Guillaume Gallienne, Adeline d’Hermy, Claire de la Rüe du Can, Nicolas Chupin, Adrien Simon e Siméon Ruf, a turno Margot Desforges, Manon Dujardin, Cléophée Petiot

Durata: 2 ore

Fino al 7 luglio 2024

Da mercoledì a sabato alle 20:30, martedì alle 19:00, domenica alle 15:00.

Prenotazioni : 01 44 58 15 15

www.comedie-francaise.fr

Comédie-Française, Théâtre du Vieux-Colombier

21, rue du Vieux Colombier

75006 Parigi

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