In Belgio, parlare di politica in classe è spesso complicato per gli insegnanti

In Belgio, parlare di politica in classe è spesso complicato per gli insegnanti
In Belgio, parlare di politica in classe è spesso complicato per gli insegnanti
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“Non conosco nessun politico, ammette Agon, 17 anni, a parte quello di TikTok. Qual è il suo nome, di nuovo? I suoi occhi sono sempre stanchi. “Jos D’Haese?” azzardiamoci. “Sì, lui! È davvero fantastico. Voterò per lui”.

Nella sua classe, Agon è uno dei pochi ad aver scelto il suo schieramento politico. Un giorno, quando il suo insegnante di storia, Bram Gilles, aprì la lezione chiedendo agli studenti se sapevano per quale partito avrebbero votato, in classe si poteva quasi sentire cadere gli spilli. “Ehi, andiamo, votare è obbligatorio, non è un’opzione”, insistette il signor Gilles. Sospiri in classe.

Il 9 giugno anche i giovani tra i 16 e i 17 anni dovranno votare alle elezioni del Parlamento europeo. Quel giorno si recheranno per la prima volta alle urne più di 800.000 persone tra i 16 e i 22 anni. Anche se chi vota per la prima volta non incorre in sanzioni se non si presenta al seggio elettorale il D-Day, la Corte Costituzionale ha recentemente stabilito che, come i loro anziani, hanno l’obbligo di votare.

Una decisione che alimenta la febbre elettorale nelle scuole. I palazzetti dello sport si trasformano in arene, nelle mense vengono allestiti “forum politici”, dove il mondo politico lotta per conquistare i voti dei giovani. Alla scuola Zavo di Zaventem, frequentata da Agon, l’insegnante di storia, il signor Gilles, ha iniziato a dare lezioni di attualità politica. Sulla base di proposte provenienti da diverse prove elettorali [sur leurs sites, la plupart des médias proposent des séries de questions qui permettent aux électeurs de savoir quel parti correspond le mieux à leurs propres idées]il signor Gilles cerca di aiutare i ragazzi – l’unica ragazza della classe è assente – a trovare la loro strada nello spettro politico.

La legalizzazione della cannabis è unanime

Questi corsi sono veri e propri campi minati. Il fatto è che, nella classe di Agon, le origini sono varie. Oltre all’olandese, qua e là sentiamo l’accento francese, arabo e talvolta russo o olandese. La diversità delle sensibilità e delle religioni porta ad una molteplicità di opinioni. E il signor Gilles quasi soffoca sentendo le opinioni, a volte molto forti, dei suoi ragazzi. “Come possono gli omosessuali prendersi cura di un bambino?” disse uno di loro. O : “Le persone con molti soldi sono più importanti, quindi devono pagare meno tasse”.

Tuttavia, le posizioni dei diversi partiti non sono sempre molto chiare ai giovani. “Il VLD aperto [libéraux flamands] è una festa molto strana. Da un lato difende la libertà, dall’altro si oppone all’uso del velo tra gli insegnanti. chiede un ragazzo con le dita cerchiate d’argento. Quanto al partito socialista Vooruit, ha suscitato scalpore quando si è rivelato contrario alla legalizzazione della cannabis, una delle rare idee che ha avuto il sostegno unanime della classe. “L’alcol è legale ed è altrettanto una droga” discutiamo. Solo un ragazzo è contrario “per motivi religiosi”.

Giovani che hanno difficoltà a trovare la loro collocazione politica

Secondo diversi sondaggi molti giovani non hanno ancora la minima idea per quale partito voteranno, come nella classe del signor Gilles. Detto questo, le loro scelte non dovrebbero discostarsi molto da quelle della popolazione nel suo insieme: nelle Fiandre, circa una persona su quattro intende dare il proprio voto al Vlaams Belang[estremod[extrêmed

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