Seduto su una terrazza a Woluwe-Saint-Lambert, la città in cui vive, questo originario di Bruxelles spiega le ragioni del suo impegno a favore della MR. A 64 anni, al termine di una carriera da avvocato, professore di diritto e dirigente universitario, aveva immaginato di prendersi una pausa e di dedicare più tempo ai nipoti. Una telefonata di Sophie Wilmès lo scorso novembre ha cambiato la situazione. L’ex primo ministro ha poi composto la sua lista per le elezioni federali di Bruxelles. “Come rettore ho lavorato un po’ con lei durante il Covid e ho molto rispetto per lei. Gli ho scritto per dirglielo”.
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Non al livello di potere che conosce meglio
Dopo aver riflettuto, Pierre Jadoul si è lanciato nell’avventura anche se, alla fine, la lista non è stata stilata da Sophie Wilmès, partita per l’Europa, ma da Valérie Glatigny. Attraverso le sue funzioni ha anche conosciuto e rispettato l’ex ministro dell’Istruzione superiore. Pierre Jadoul non chiedeva nulla, assicura. Ha ereditato il primo vice. Un posto che gli permette di sperare di sedere alla Camera.
Tuttavia, questo non è il livello di potere che conosce meglio. La Federazione Vallonia-Bruxelles, dove si risolvono i problemi educativi, non sarebbe stata più adatta a lui? “Non voglio essere identificato con l’ex rettore. Ci sono altri settori in cui ho esperienza, come la giustizia, gli interni o l’economia”.
”Il PTB dà il tono. PS ed Eco restano indietro”
In quanto ex rettore di un’università cattolica, si sarebbe potuto immaginare Pierre Jadoul a Les Engagés piuttosto che al MR. “Se me lo avessero chiesto non avrei rifiutato l’offerta senza pensarci. Ma Les Engagés non hanno la stessa forza d’urto, la stessa capacità di resistere a certi sviluppi indesiderati, con un PTB che dà il tono e il PS e l’Ecolo che restano indietro.
Inoltre, il signor Jadoul trova in MR valori che gli parlano: senso di impegno, sicurezza, pulizia…”Tra gli studenti, e nella società in generale, osservo la sensazione che tutto sia dovuto, una forma di assistentato. Questo mi preoccupa. Anche l’evoluzione di Bruxelles. L’altro giorno, tornando da Parigi, ho visto lo stato della Gare du Midi. Colpisce la sporcizia, l’insicurezza. Mi sono detto: dove va Bruxelles?”
