“I nostri incontri si svolgono in un contesto globale pericoloso, segnato da guerra, violenza ed estremismo da tutte le parti e da una crisi economica e sociale senza precedenti”. Il Presidente della Repubblica del Senegal non ha usato mezzi termini al vertice di organizzazione della conferenza islamica che si tiene in Gambia. Per Bassirou Diomaye Faye, il Senegal è particolarmente preoccupato dalla catastrofica situazione di Gaza, sotto lo sguardo indifferente della comunità internazionale, di fronte all’inerzia del Consiglio di Sicurezza e al disprezzo delle più elementari regole umanitarie.
Per questo chiede una mobilitazione più consistente della Ummah islamica per un cessate il fuoco immediato a Gaza e la soluzione dei due Stati, unica garanzia di una pace duratura nella regione.
“Rinnovo il fermo sostegno del Senegal alle legittime richieste dei nostri fratelli e sorelle palestinesi, per uno Stato vitale e sovrano, con Gerusalemme Est come capitale, in conformità con le pertinenti risoluzioni delle Nazioni Unite.
Ribadisco qui la nostra ferma condanna dell’islamofobia, della persecuzione delle minoranze musulmane nel loro stesso Paese, in particolare in Myanmar, e del terrorismo che minaccia l’esistenza di numerosi Stati della nostra Comunità, in particolare nel Sahel.
A queste turbolenze si aggiungono i gravi problemi economici e sociali che colpiscono la Ummah islamica, sotto l’effetto combinato della pandemia di Covid-19 e dei conflitti ad alta intensità che stanno sconvolgendo le dinamiche del commercio mondiale”, ha affermato.
Di fronte a tutte queste sfide comuni, ha aggiunto, siamo chiamati al più alto livello a fornire soluzioni alle sfide della povertà, delle disuguaglianze sociali e dell’oscurantismo che colpiscono interi settori delle nostre società.
Da qui l’importanza del nostro tema, “rafforzare l’unità e la solidarietà attraverso il dialogo per lo sviluppo sostenibile”.
Secondo il presidente senegalese, è attraverso il dialogo e la solidarietà concreta che potremo rafforzare l’unità della Ummah e frenare il desiderio di divisione che non farà altro che indebolirci e servire i nostri interessi.
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