“La sua economia aperta impone alla Francia di perseguire politiche economiche simili a quelle perseguite in altri paesi europei”

“La sua economia aperta impone alla Francia di perseguire politiche economiche simili a quelle perseguite in altri paesi europei”
“La sua economia aperta impone alla Francia di perseguire politiche economiche simili a quelle perseguite in altri paesi europei”
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luando ascoltiamo gli attuali dibattiti di politica economica, potremmo credere che la Francia sia un paese isolato, un’economia chiusa, che può perseguire una politica economica molto diversa da quella perseguita dagli altri paesi della zona euro. Stiamo considerando, ad esempio, aumenti salariali, politiche fiscali, regole del mercato del lavoro che potrebbero essere molto diverse in Francia da quelle osservate in altri paesi europei.

Tuttavia, la Francia è un’economia molto aperta – le importazioni rappresentano il 28% del prodotto interno lordo (PIL) – che, in quanto membro della zona euro, ha gli stessi tassi di interesse a breve termine e lo stesso tasso di cambio dell’altra zona euro paesi il cui debito pubblico è detenuto per il 55% da non residenti e il cui debito estero netto raggiunge il 24% del PIL (il debito estero netto è la differenza tra debito estero lordo e attività estere lorde).

Questa apertura economica richiede che la Francia persegua politiche economiche vicine a quelle perseguite in altri paesi europei, in particolare politiche di bilancio e fiscali, ma anche politiche salariali, educative e occupazionali.

Abilità deboli

Esistono già forti differenze tra la Francia e gli altri paesi della zona euro. Il deficit pubblico nel 2023 era pari al 3,6% del PIL nella zona euro e al 5,5% in Francia; quella prevista per il 2024 è del 3% nella zona euro e almeno del 5,6% in Francia. All’inizio del 2024 il tasso del debito pubblico in Francia è pari al 110% del PIL rispetto al 90% della zona euro, nonostante una pressione fiscale significativamente più elevata in Francia: 48% del PIL nel 2022 rispetto al 42% in Germania, al 38% in Francia. Spagna, 43% in Italia, 38% nei Paesi Bassi.

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Nel 2021 la paga oraria comprensiva degli oneri sociali nell’industria manifatturiera era di 43 euro in Francia, 44 euro in Germania, ma solo 31 euro in Italia, 25 euro in Spagna e 41 euro nei Paesi Bassi.

Anche la Francia soffre della debolezza delle sue competenze. Lo dice l’indagine PISA [programme international de l’OCDE pour le suivi des acquis des élèves] del 2022, il punteggio medio in matematica, lettura e scienze è stato di 533 in Giappone, 506 in Canada, 497 in Australia, 495 in Finlandia, 494 in Belgio, 491 in Austria, 489 negli Stati Uniti, 482 in Germania e solo 478 in Francia (allo stesso livello di Spagna e Italia).

Nel 2023 il tasso di occupazione per la fascia di età 15-64 anni in Francia era del 68%, rispetto all’82% dei Paesi Bassi, al 77% della Germania e al 70% dell’intera zona euro. Il basso tasso di occupazione porta a un basso livello di PIL e quindi a un basso gettito fiscale. Se la Francia avesse lo stesso tasso di occupazione della Germania, il PIL sarebbe più alto di circa il 10% e le entrate fiscali sarebbero più alte di 5 punti di PIL.

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