La Francia conferma la volontà di creare una forza europea di reazione rapida entro il 2025

La Francia conferma la volontà di creare una forza europea di reazione rapida entro il 2025
Descriptive text here
-

Nel suo ultimo “discorso sull’Europa” [en réalité, sur l’Union européenne]pronunciato il 25 aprile alla Sorbona, tra diversi pii auspici, il presidente Macron ha avanzato almeno tre nuove proposte in materia di difesa rispetto a quelle che aveva formulato sette anni fa, sullo stesso tema.

E ancora, alcuni meritano di essere chiariti, come quello relativo alla possibile istituzione di uno “scudo antimissile europeo”… Scudo che è già oggetto di un’iniziativa lanciata con successo da Berlino e… che Macron aveva aspramente criticato da stimando, nel novembre 2022, che la “difesa aerea del nostro continente” fosse una “questione strategica, unitaria e con molteplici ramificazioni” che non poteva “essere ridotta alla promozione di un’industria nazionale o di industrie terze a scapito della sovranità europea .

In ogni caso, dopo aver chiesto il lancio di una “Iniziativa europea di intervento” nel 2017, il presidente francese ha annunciato l’intenzione di invitare i paesi membri dell’Ue a “costruire” una “Iniziativa europea di difesa”, che dovrebbe consentire di sviluppare un “concetto strategico” che dovrebbe poi essere scomposto in “capacità rilevanti”. E citare in particolare la difesa aerea e il “tiro in profondità”.

Il secondo nuovo annuncio in realtà è già stato fatto da Kaja Kallas, capo del governo estone. In effetti, Macron ha abbracciato l’idea di un “prestito europeo” per rafforzare le capacità industriali della difesa all’interno dell’UE. ” Abbiamo bisogno […] riuscire a costruire una preferenza europea, riuscire a costruire programmi industriali europei, accettare un sostegno maggiore da parte della Banca europea per gli investimenti e assumere finanziamenti aggiuntivi, compresi quelli più innovativi”, ha affermato, dopo aver ipotizzato che “abbiamo bisogno di una preferenza europea nel acquisto di attrezzature militari”.

Infine, la terza nuova proposta consiste nella creazione di una “Accademia militare europea”, al fine di “formare i futuri dirigenti militari e civili europei sulle questioni di sicurezza e difesa”. Nel 2017, Macron ha avanzato l’idea di una “accademia europea di intelligence”, che si è concretizzata con il discretissimo “Intelligence College in Europe”, che ha visto la luce nel 2019.

Per quanto riguarda le altre proposte avanzate da Macron, alcune sono sul punto di concretizzarsi, come quelle riguardanti la “capacità europea di cibersicurezza e difesa informatica”, poiché l’UE ha già sviluppato una strategia in questo settore.

Altri rientrano nella categoria dei “serpenti marini”. È il caso del progetto di dotare l’Ue di una “forza d’intervento comune”. In realtà questo argomento è sul tavolo da più di vent’anni… Nel 2007 si è deciso di creare dei “gruppi tattici dell’Unione europea”, che dovrebbero essere in grado di schierarsi in meno di dieci giorni, per un periodo da uno a quattro mesi. Ma a causa della mancanza di consenso politico tra gli Stati membri, queste unità non furono mai richieste. Anche il presidente Macron aveva rilanciato questa idea poco dopo la sua elezione. Senza più successo…

Tuttavia, nel 2021, dopo l’evacuazione di Kabul, l’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, è tornato alla carica proponendo la creazione di una «forza europea permanente di reazione rapida», in grado di agire in caso di emergenza mobilitando fino a 5.000 uomini. L’Ue “deve poter intervenire per tutelare i nostri interessi quando gli americani non vogliono essere coinvolti”, ha sostenuto sulle pagine del “Corriere Della Serra”. E 14 Stati membri, tra cui la Francia, erano pronti a seguirlo in questo approccio.

Un anno dopo, questo progetto è stato ripreso dalla “Bussola Strategica”, con l’obiettivo di istituire questa “forza di reazione rapida” prima del 2025.

“Dobbiamo affrettarci anche nell’attuazione della Bussola Strategica […]e in particolare istituire una forza di reazione rapida per poter dispiegare rapidamente fino a 5.000 soldati in ambienti ostili entro il 2025, in particolare per venire in aiuto dei nostri connazionali”, ha affermato Macron.

Ritornando alle parole dell’inquilino dell’Eliseo, il 26 aprile scorso, il ministro delle Forze Armate, Sébastien Lecornu, ha ritenuto che la creazione di questa forza europea di reazione rapida sia “un tema chiave e sul quale spero che si possa ottenere da l’anno prossimo, essendo molto reattivo e molto veloce”. E giustificare questo progetto ricordando che ci sono “molte crisi sulle quali la Nato non è competente e sulle quali la Francia spesso opera da sola”, come è avvenuto durante l’evacuazione dei cittadini stranieri dal Sudan [opération Sagittaire]l’anno scorso.

“Abbiamo lanciato un’operazione a Khartoum […]in cui è stato istituito un importante ponte aereo [avions] A400M, con barche. Si scopre che era la Francia […] praticamente solo”, insisteva il signor Lecornu.

“Poiché operazioni di questo tipo riguardano molti Paesi, è naturale che questo onere, che ha un prezzo, un valore, venga condiviso”, ha proseguito il ministro. “Ci sono missioni che sono militarizzate, ma di cui la NATO non deve essere a conoscenza per molte ragioni e di cui oggi diciamo ‘facciamolo in Europa’. E questo per noi è pragmatismo”, ha concluso.

-

PREV Investimenti nei trasporti pubblici: “C’è un gap con l’Ontario che dobbiamo colmare”
NEXT Europei: Bardella lancia il conto alla rovescia per la vittoria annunciata a Perpignan: News