Freschezza anche dopo 15 romanzi
Timido provinciale di Parigi, rifugiatosi nei lavoretti e nel cinema, aveva modestamente tentato di costruire romanzi di suspense. Meridiano di Greenwich (1979), poi Cherokee, sedusse Jérôme Lindon, promotore del nuovo romanzo, così come Jean-Patrick Manchette, re del neo-crime. Fu l’inizio di una serie di romanzi emozionanti. Avventura, viaggio, spionaggio, amore, azione, si è divertito con i codici di genere. Potremmo vedere un collegamento con il libro che ha deciso la sua vocazione: Les gummes (1953) di Alain Robbe-Grillet, un esempio di letteratura sotto le spoglie di un thriller (per il suo adattamento cinematografico, abbiamo scelto Claude Title che interpretava anche Bob Morane, vale a dire). In ogni caso, quindici romanzi dopo e a 77 anni, Echenoz è ancora fuori pista.
Un “grande” diverso dal “grande”
Questa volta Robert Bristol è così preso dalla produzione del suo film che ignora il corpo nudo di un uomo caduto dal suo edificio. Suicidio o omicidio? Durante una ripresa nell’Africa del sud, gli si impone una giovane attrice, che scomparirà. Conduce lì un elefante furioso, ma viene sopraffatto dai miliziani indigeni. Di ritorno a Parigi, la sua vicina, una bellezza destinata a svanire, ma già disoccupata sullo schermo sebbene vegetariana, attira l’attenzione della polizia sul nostro regista. Allo stesso tempo… Non dovremmo dirlo troppo perché la subdola immaginazione di Echenoz è uno dei suoi punti di forza. Aggiungiamo la volontà di condire il suo testo ritmato con poche parole erudite e, come antidoto, con osservazioni popolari. E finiamo per ammirare questa capacità di portare il lettore con sé, come se stessimo improvvisando insieme le svolte di uno scenario giocando con le regole, a cominciare da quelle del realismo. Tra il 2006 e il 2012, Echenoz ha pubblicato Ravel, Courir, Des éclairs, 14, quattro libri quasi storici. Lui che diffidava dell’etichetta di “scrittore” come di una malattia vergognosa, sembrava essersi allineato. Questo accadeva prima di Special Envoy (2016) e delle sue ritrovate libertà virtuosistiche. Bristol è l’apice della propria arte. Echenoz non somiglia ai grandi scrittori, ma lo è.
Bristol ★★★★
Jean Echenoz, Edizioni di Minuit, 208 p.