Alexandre Lenot, “Questa vecchia canzone che brucia” (Denoël)

Alexandre Lenot, “Questa vecchia canzone che brucia” (Denoël)
Alexandre Lenot, “Questa vecchia canzone che brucia” (Denoël)
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Bambini selvaggi. “Questa vecchia canzone che brucia” è quella dell’infanzia perduta e dei ricordi che persistono. Quando era piccolo, il narratore e suo fratello gemello, Jérémie, vivevano in modo anticonformista con il padre, isolati nella foresta. L’educazione dell’uomo è dura e la madre è assente, se ne è andata per molto tempo. Ma questa marginalità viene presto rotta dalla scoperta di questi “due bambini selvaggi”. I servizi sociali costringono il padre a mandare i due ragazzi a scuola. “È stato ricordato che la legge del Paese pone gli interessi del bambino al di sopra dei capricci politici o delle tentazioni radicali dei suoi genitori. »

Anni dopo essere uscito di casa, il narratore in questo testo parla ai suoi “vecchio padre”. Ora che è adulto, se lo ricorda “Resti” che era loro una volta e fin dalla sua infanzia con il fratello ormai defunto. “Abbiamo un punto di riferimento immutabile, quello del fiume e del pezzettino di riva dove, ci sembra, abbiamo trascorso un’intera infanzia giocando e scappando da te”. Secondo il padre, la madre li ha portati entrambi qui poche ore dopo averli partoriti. Per sfuggire alla violenza del padre, i bambini si costruirono una capanna nella foresta.

“Molto prima di diventare la tana di un pericoloso eco-terrorista, molto prima di diventare teatro di operazioni delle forze dell’ordine, molto prima ancora di ospitare le nostre notti, la baita era solo un parco giochi, la versione squallida di quello che avrebbero chiamato un asilo nido. » Di pagina in pagina si apprende che il fratello scomparso è morto a causa di una granata della polizia esplosa sulla sua spina dorsale. Comprendiamo che il caso, finito in tribunale, si è concluso con l’archiviazione. “Non ci sarà nessun processo, nessuno scontro, nessun colpevole, e da allora soffoco. […] Non so più chi, l’assassino lanciatore di granate, i suoi padroni, tu ed io, gli abbiamo fatto più male. »

Alexandre Lenot consegna qui un testo sublime, che intreccia storie personali e politiche. Attraverso il viaggio del narratore che torna nella casa della sua infanzia per confrontarsi con il padre dopo la morte del fratello, lo scrittore affronta le questioni dei territori, della lotta ambientale, dell’istruzione, ma anche dell’autoritarismo e della violenza delle figure del potere. Prima il padre, poi la scuola, infine la polizia e il tribunale… Ognuno, al proprio livello, abbandona i figli, che tuttavia ha voluto crescere nel rispetto dell’ambiente. In un momento in cui alcuni giovani lottano per preservare foreste, terre, fiumi e fiumi, Questa vecchia canzone che brucia ricorda con singolare poesia come l’ipocrisia, la violenza e l’incoerenza dei grandi progetti industriali e politici contemporanei – e dei loro attori – condannino un’intera popolazione a osservare e subire la propria fine.

Alessandro Lenot
Questa vecchia canzone che brucia
Di Natale

Tiratura: 7.000 copie.
Prezzo: 20€; 240 pag.
ISBN: 9782207182222

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