Shehan Karunatilaka, Nadia Terranova, Elizabeth von Arnim…

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Ecco una breve recensione di cinque romanzi degni di nota in questa ventiquattresima settimana dell’anno.

Romanzo. “Le sette lune di Maali Almeida”, di Shehan Karunatilaka

Passare all’aldilà per comprendere meglio le atrocità della vita terrena: ecco di cosa Le sette lune di Maali Almeidadello scrittore srilankese Shehan Karunatilaka (nato nel 1975), per raccontare la guerra civile che ha insanguinato il suo Paese dal 1983 al 2009. È nel” Tra due “, anticamera del paradiso (o dell’inferno) dove incontriamo Maali Almeida. Questo fotografo di guerra, omosessuale discreto e giocatore d’azzardo incallito prima del suo assassinio nel 1989, nel pieno dei combattimenti, ha avuto una settimana per risolvere il mistero della sua morte e, soprattutto, trovare un modo per rendere pubbliche le foto che ha scattato all’inizio del conflitto, durante i pogrom contro i Tamil, a Colombo, nel 1983. Dopodiché questo cinico eroe poté “medita sulle sue ossa”invia “al controllo dell’orecchio” destinato a fargli dimenticare il suo passato e fare il bagno nel “Il fiume delle nascite” dove la sua anima sarà finalmente lasciata in pace.

Come nel suo primo romanzo,Cinese (vincitore del Commonwealth Prize, 2010, non tradotto), dove indaga su una scomparsa, Shehan Karunatilaka racconta qui una storia avvincente e ironica. Assegnato nel 2022 dal Booker Prize, Le Sette Lune… dà la misura del conflitto dello Sri Lanka, “inestricabile e irrimediabile”che era, secondo il suo protagonista, ispirato a divinità tra cui “il compito è inventare problemi per l’umanità”. GU. D.

“Le sette lune di Maali Almeida”, di Shehan Karunatilaka, traduzione dall’inglese (Sri Lanka) di Xavier Gros, Calmann-Lévy, 450 pag., 23,90 €, digitale 17 € .

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Romanzo. “Anatomia di un dramma”, di Gert Loschütz

Il 22 dicembre 1939 un treno espresso che viaggiava a tutta velocità si scontrò con un altro nella cittadina di Genthin, a ovest di Berlino. Fu il più terribile disastro ferroviario della Reichsbahn, le ferrovie tedesche dell’epoca. Causò centinaia di morti e feriti, con treni affollati a causa delle restrizioni al traffico imposte dallo sforzo bellico: l’invasione della Polonia era avvenuta tre mesi prima. Da questa notizia, Gert Loschütz (nato a Genthin, appunto, nel 1946) immagina, in Anatomia di un dramma, la sorte di una passeggera, Carla: miracolosa dalla catastrofe, viaggiava in compagnia di un bel italiano morto nell’incidente. All’ospedale dove è ricoverata, dice di essere la moglie di questo italiano, anche se è fidanzata con Richard, un ebreo che sta cercando di fuggire dalla Germania.

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