Lolita Chammah, un primo libro toccante sulla perdita di un figlio

Lolita Chammah, un primo libro toccante sulla perdita di un figlio
Lolita Chammah, un primo libro toccante sulla perdita di un figlio
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VSsuccede solo agli altri : pensiamo a questo film di Nadine Trintignant con Catherine Deneuve e Marcello Mastroianni, la storia autobiografica di una coppia che perde un figlio, durante la lettura Ho guardato la notte calareIl primo libro intriso di lacrime di Lolita Chammah.

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L’espressione, infatti, viene spontanea il giorno in cui l’attrice – vista a teatro e recentemente al cinema con Pascal Thomas (Il viaggio in pigiama) – è arrivata al reparto maternità parigino di Port-Royal molto presto, troppo presto, nella sua gravidanza (le acque si sono rotte a cinque mesi e mezzo): “Ho sempre creduto che questo tipo di ingresso sensazionale in un grande ospedale, che accadeva solo per gli altri. »

Una giovane madre piena di ansia

Emergenze, volti preoccupati, tensione massima, uno stato “vicino alla demenza” per la giovane madre intrisa di ansia. Eccola prima sotto osservazione, perché la rottura della sacca dell’acqua fa sì che il neonato, un maschietto, rischi il contagio. Circondata da una famiglia amorevole e da una compagna, Lolita Chammah torna a casa brevemente.

La tregua è breve, eccola di nuovo in ospedale, costretta a partorire… mentre il bambino, come dice un agghiacciante e gelido medico, è “per il momento […] vitale e vivo ma che sarebbero bastati solo pochi minuti perché la sua vita finisse. Kolia, il cui nome, scelto con amore mesi prima, significa “Vittoria”, vive solo pochi giorni.

Lolita Chammah racconta con struggente semplicità le ore trascorse vicino all’incubatrice, il corpicino che sta nel palmo di una mano (quella di suo padre), il momento terribile in cui la vita si ferma.

Diffondere la parola

Evoca anche ciò che segue, il lutto che permanentemente l’abita nonostante abbia già un figlio maggiore, Gabriele, per il quale desidera soprattutto conservare il gusto della vita.

Scrive come se chieda aiuto, desiderando così fortemente di condividere questa terribile prova che la società le ingiunge di nascondere. In pagine potenti, si rivolge anche a quella che lei chiama “questa straordinaria comunità invisibile. Quelli che sanno.”

In altre parole, coloro che hanno vissuto anche loro la perdita di un figlio, che conoscono la profondità di questo dolore indescrivibile. Coloro che, attraverso le loro parole o attraverso il loro ascolto, portano “meravigliosa consolazione”. Diffondere la voce, perché «la maternità è più che mai anche una battaglia politica, allo stesso modo della violenza domestica e dei maltrattamenti», questa è la sfida di questo libro commovente e necessario.

“Ho guardato la notte calare”di Lolita Chammah, Stock, maggio 2024, 188 pagine, 19 euro.

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