La cannabis aumenta il rischio di Covid a lungo

La cannabis aumenta il rischio di Covid a lungo
La cannabis aumenta il rischio di Covid a lungo
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Quali sono i profili più a rischio da Covid-19? Ora sappiamo che l’età avanzata, il fumo, un elevato indice di massa corporea o anche una storia di malattie come il diabete aumentano le probabilità che le persone infettate dal coronavirus si ammalino gravemente, siano ricoverate in ospedale e persino muoiano.

Un nuovo studio, pubblicato su Giornale dell’associazione medica americanaha appena confermato che esiste un altro fattore di rischio decisivo: il consumo di cannabis.

Cannabis associata ad aumentato rischio di ricovero ospedaliero per Covid-19

Per giungere a questa conclusione, i ricercatori della Washington University School of Medicine, a Saint Louis (Stati Uniti), hanno esaminato le cartelle cliniche di oltre 72.000 persone che si sono rivolte per un’infezione da Covid-19 durante i primi due anni di pandemia. Hanno preso in considerazione sesso, età, vaccinazione, storia medica di diabete e malattie cardiache, uso di sostanze (alcol, cannabis, tabacco, svapo), nonché le caratteristiche della loro malattia (ospedalizzazione, sopravvivenza…).

Il team di scienziati ha scoperto che il consumo di cannabis era lungi dall’essere vero “inoffensivo” in caso di contagio da Covid-19, si legge in un comunicato. In effetti, i pazienti che avevano utilizzato cannabis, indipendentemente dalla sua forma, almeno una volta durante l’anno precedente l’insorgenza della malattia avevano molte più probabilità di necessitare di ricovero e terapia intensiva rispetto a quelli che non l’avevano usata.

Nel dettaglio, i pazienti consumatori di cannabis erano l’80% più a rischio di ricovero ospedaliero e il 27% in più a rischio di ricovero in terapia intensiva rispetto agli altri. Il che corrisponde, più o meno, al rischio rappresentato dal fumo: i fumatori di sigarette affetti da Covid hanno rispettivamente il 72% e il 22% in più di probabilità di essere ricoverati in ospedale e ricoverati in terapia intensiva rispetto ai non fumatori. “L’effetto indipendente della cannabis è simile all’effetto indipendente del tabacco rispetto al rischio di ricovero ospedaliero e di terapia intensiva”.

L’inalazione di fumo rende i polmoni più vulnerabili alle infezioni

Detto questo, il rischio del consumo di cannabis differisce da quello del fumo per una misura chiave: la sopravvivenza del paziente. “Mentre i fumatori di sigarette avevano molte più probabilità di morire di Covid-19 rispetto ai non fumatori, lo stesso non era vero per i consumatori di cannabis”sottolinea così lo studio.

La domanda rimane: perché l’uso di cannabis peggiora la malattia virale? Secondo l’ipotesi dei ricercatori, “L’inalazione del fumo di marijuana danneggia i delicati tessuti polmonari e li rende più vulnerabili alle infezioni, nello stesso modo in cui il fumo di tabacco espone gli utenti al rischio di polmonite”. Un’altra possibilità: la cannabis, nota per indebolire il sistema immunitario, mina la capacità del corpo di combattere le infezioni virali, indipendentemente da come viene consumata (inalata o ingerita).

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