20 anni dopo il processo, uno scrittore di Moissac rivisita il dramma dell’Outreau

20 anni dopo il processo, uno scrittore di Moissac rivisita il dramma dell’Outreau
20 anni dopo il processo, uno scrittore di Moissac rivisita il dramma dell’Outreau
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l’essenziale
Vent’anni dopo il processo, lo scrittore Jean Songe, di Moissac (Tarn-et-Garonne), torna in profondità sull’affare Outreau con un libro edificante, pubblicato il 12 aprile dalle Editions du Seuil.

Sono passati vent’anni. Sono passati vent’anni da quel famoso processo che alcuni hanno definito un processo della vergogna.
Dal 4 maggio al 2 luglio 2004, i protagonisti si sono alternati nell’arena del tribunale della pacifica Saint-Omer nel Pas-de-Calais. Il cosiddetto caso “Outreau” aveva appena fatto notizia all’inizio del millennio, con la sua dose di orrori, uno più stravagante dell’altro. C’erano tutti gli ingredienti per smascherare la bomba mediatica e legale più esplosiva dell’inizio del secolo. Una vicinanza, già, sia quasi omonima che geografica (con il caso Dutroux di qualche anno prima, nel vicino Belgio), su simili atti di criminalità minorile.

Suoni sordidi

Il contesto sociale (edifici fatiscenti, alcol, ozio, povertà materiale e intellettuale), i sordidi comportamenti che lusingano gli istinti più bassi, la sovraesposizione mediatica, le ripetute disfunzioni delle istituzioni hanno fornito il terreno fertile per il più grande disastro giuridico in Francia negli ultimi decenni.
Sono passati più di due anni da quando lo scrittore di Moissagais Jean Songe (Yannick Bourg in città) si è occupato da solo del dossier. Questo esteta del romanzo noir è diventato anche un maestro del “romanzo investigativo” da La mia vita atomica (pubblicato nel 2016 da Calman-Lévy), uno slasher sugli errori dell’industria nucleare in Francia, e Sodexo la glutonne (pubblicato da Seuil, settembre 2021), sull’epopea non sempre fantastica di questo impero della ristorazione familiare.
Con “All’ombra di Outreau”, uscito il 12 aprile sempre per le Editions du Seuil, Jean Songe non ha dovuto forzare il punto, poiché le sue trascrizioni del processo sono di per sé sufficienti. L’epicentro di questa follia si colloca intorno agli infernali coniugi Ritardi e ai loro quattro figli (le vittime principali), attorno ai quali gravitavano (o avrebbero gravitato, le retrocessioni sono numerose nelle testimonianze) ben quindici adulti e altrettanti bambini per questa scabrosa storia di una rete di pseudo-pornografia infantile e sfruttamento della prostituzione.

Un sistema giudiziario totalmente obsoleto

C’è stato chi è stato condannato, chi è stato assolto, ma ciò che giustamente l’autore sottolinea nelle circa 400 pagine di questa monumentale opera di una formica investigativa sono le colpevoli debolezze dell’educazione e delle indagini sociali, e soprattutto il quasi abbandono delle principali vittime, i bambini martirizzati, al loro triste destino.

Una lettura a volte inquietante, ma necessaria, poiché mette in luce il lato oscuro della natura umana e l’impotenza, tangibile attraverso queste righe, di un sistema giudiziario totalmente sopraffatto dalla portata di questa sordida vicenda. La forza di quest’opera sta nella distanza che Jean Songe ha saputo prendere nello studio di questa sostanziale questione, senza cadere nelle trappole del melodramma e del sensazionalismo. Un vero lavoro professionale, scritto con una penna vivace, vigile e preoccupata, una vera firma dell’autore. Il libro è ora disponibile nelle librerie e su tutte le piattaforme internet.

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