“Clandestine”: tra erotismo torrido e orrori della Storia, Véronique Bergen firma un libro per un pubblico informato

“Clandestine”: tra erotismo torrido e orrori della Storia, Véronique Bergen firma un libro per un pubblico informato
“Clandestine”: tra erotismo torrido e orrori della Storia, Véronique Bergen firma un libro per un pubblico informato
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Véronique Bergen non dà tregua alla sua penna lussureggiante e verbosa. Nemmeno chi lo legge. Ad un anno dalla pubblicazione diSchiuma (a Onlit, poi in Ecuador), l’intrepido accademico belga pubblica un nuovo romanzo, Clandestino, ancora più devastante. Nel frattempo La Lettre Volé ha pubblicato il suo Prima, durante e dopo (sul lavoro della pittrice Helena Belzer) e il suo Guido Crepax. L’assioma dell’eros dedicato a uno dei maestri italiani del fumetto per adulti le cui avventure dell’eroina cult, Valentinasono oggetto di una ristampa dell’opera completa di Dargaud, prevista in dodici volumi (ahimè colorati).

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Clandestino… Questo titolo ci fa pensare Vocazione: clandestinal’intervista che Dominique Aury ha concesso a Nicole Grenier nel 1988, pubblicata nel maggio 1999 nella raccolta “L’Infini” che Philippe Sollers ha diretto a Gallimard.

Sfida il semaforo rosso

In circa trent’anni (dalla sua Jean Genet. Tra mito e realtà), Véronique Bergen ha pubblicato una cinquantina di libri: romanzi, racconti, saggi, raccolte di poesie, specchi della sua prodigiosa cultura generale e di una voce identificabile tra mille: un Niagara di immagini furiosamente voluttuose. Il suo lavoro, come la sua vita, è governato solo dalla passione, questo fuoco del corpo e del cuore che illumina il novembre maledetto con i tratti tristi dei morti nel suo mese di agosto.

Nelle sue poesie così come nella sua audace narrativa, Véronique Bergen sfida le luci rosse: niente di meno politicamente corretto di romanzi come Viaggio a Mylenia (2012) o Icona H. Elena di Troia (2020). La sua prosa torrenziale e barocca, tutta amore e lava, è senza dubbio paragonabile solo – in lettere belghe francofone – a quella, parossistica, del compianto Marcel Moreau.

Violette, la narratrice di Clandestinoci si svela, fin dall’inizio del romanzo – così intimo e personale – in una sessione in cui posa per un fotografo feticista con la bellezza di “lupo altezzoso”che ama “l’animalità del silenzio”. A Bruxelles, Violette scopre i quaderni di sua nonna ebrea, Nurith, nata nel 1923, rimasta intrappolata con la sua famiglia nell’inferno del ghetto di Varsavia; quaderni iniziati nel settembre 1939, durante l’invasione della Polonia da parte della Wehrmacht, che contengono le atrocità avvenute lì durante la guerra. Continuarono fino al 1958. Leggendo questi scritti, Violette aprì “la scatola nera della storia”.

Amore sfrenato

Queste pagine che evocano tanta sofferenza subita da vittime innocenti, si alternano a quelle che gridano l’amore sfrenato che unisce Violette a Ishtar, lo spagnolo anche lui follemente bello che l’ha lasciata nel 2012 e che ha ritrovato dieci anni dopo. Una passione oltre i limiti, ai confini dell’estremo, tradotta da Véronique Bergen in capitoli di erotismo torrido, di natura sadomasochista, che possono scioccare con la loro crudezza, la loro assoluta franchezza. Tanto vale dirlo senza mezzi termini: prenoteremo Clandestino ad un pubblico informato. Ovviamente possiamo pensare a questa fusione di un passato storico spaventoso e una connessione fantasy diabolica Portiere di notte. Ricordiamo che a questo film di Liliana Cavani, realizzato nel 1974, che fece scandalo fin dalla sua uscita e continua a dividere, Véronique Bergen ha dedicato uno dei suoi saggi più penetranti pubblicato da Impressions Nouvelles nel 2021.

Per salutare Yourcenar

Nello stesso momento in cui appare Clandestino, Véronique Bergen esprime, in un sottile volume tascabile, la sua ammirazione per Marguerite Yourcenar (Marguerite de Crayencour, nata l’8 giugno 1903 a Bruxelles, morta a Bar-Harbor, Maine, il 17 dicembre 1987). È stata la prima donna eletta all’Accademia di Francia (il 6 marzo 1980, sulla cattedra di Roger Caillois), dieci anni dopo essere stata accolta nell’Accademia reale di lingua e letteratura francese del Belgio. Questo elogio è il numero 42 nella raccolta mensile L’articolo da Éditions Lamiroy (46 pp., €5), collana la cui distribuzione nelle librerie è assicurata dalla Casa della Poesia di Amay. Véronique Bergen osserva che Marguerite Yourcenar era immensamente colta “visionario nelle sue battaglie ecologiche” e saluta liricamente l’autore di Memorie di Adriano (1951): “Alliant le survol de l’aigle et la locomotion du serpent, son écriture nous délivre des éclats du labyrinthe qu’est le monde, des méditations sur le devenir des empires, sur les fièvres et les guerres religieuses, sur les sortilèges de l’ amore.” In definitiva, Véronique Bergen consiglia la lettura Biografia di Yourcenar di Michèle Goslar, ottimo saggio pubblicato da Racine nel 1998 e riapparso nel 2014, presso L’Âge d’homme, in una versione ampliata.

Clandestino | Romanzo | Véronique Bergen | Éditions Lamiroy (rue Solleveld, 31, box 1, 1200 Woluwe-Saint-Lambert), 296 pp., €25

Margherita Yourcenar. Primo accademico francese | VScollezione Articolo n.42| Véronique Bergen |Éditions Lamiroy (rue Solleveld, 31, box 1, 1200 Woluwe-Saint-Lambert), 46 pagine, 5€

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ESTRATTO

Siamo, tu ed io, immigrati clandestini dell’esistenza? Apparteniamo alla confraternita dei passeggeri clandestini dello stato civile, non quella dei clandestini, degli apolidi, ma quella degli esseri segnati da un divieto di soggiorno impartito, in tutta coscienza o in tutta incoscienza, dai genitori, dalle leggi di famiglie, ma anche da soli?”

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