Alla fine non ci sarà alcuna riduzione nel calcolo dell’indennità di disoccupazione per i lavoratori transfrontalieri. Martedì 3 dicembre, la senatrice della Meurthe-et-Moselle Véronique Guillotin (Partito radicale, a sinistra) ha annunciato che il governo di Michel Barnier, le cui ore sono contate, non applicherà la controversa misura.
Secondo l’eletto, è stato nel corso di un incontro sull’ecosistema dei lavoratori transfrontalieri che la ministra del Lavoro, la macronista Astrid Panosyan-Bouvet, ha annunciato questa decisione ai parlamentari coinvolti nella questione, come la deputata della Mosella Isabelle Rauch (Orizzonti). «Il ministro, sentite le nostre argomentazioni, ha annunciato oggi che questa misura non sarà applicata», spiega il senatore, in un comunicato.
La Guillotin precisa di aver denunciato al ministro “l’ingiustizia del piano di riduzione dei sussidi di disoccupazione per [les] lavoratori transfrontalieri, alcuni dei quali vedrebbero il loro compenso dimezzato, anche se hanno contribuito al paese in cui lavorano”. E accogliere “l’annuncio del ritiro di questa misura discriminatoria”, a favore di negoziati volti alla “firma di convenzioni bilaterali più giuste rispetto alle realtà economiche e sociali”.
Isabelle Rauch
deputato della Mosella
Il deputato Rauch ha accolto con favore la decisione del governo in un comunicato stampa pubblicato martedì sera. “Il ministro mi ha confermato che questa strada è stata definitivamente abbandonata, perché sarebbe viziata di incostituzionalità. La nostra analisi era quindi corretta. Il buon senso ha quindi prevalso nel rifiutare una misura discriminatoria”.
Ricordiamo che il 14 novembre le parti sociali hanno trovato un accordo su un testo che prevede la riforma dell’assicurazione contro la disoccupazione per i lavoratori transfrontalieri residenti in Francia. Per realizzare gli ingenti risparmi richiesti dall’Unédic, sindacati e datori di lavoro avevano elaborato un testo che proponeva l’introduzione di un coefficiente di riduzione, visti gli alti salari percepiti soprattutto dai lavoratori dipendenti in Lussemburgo o in Svizzera. Questo testo era nelle mani delle parti sociali per l’approvazione prima di un’ipotetica trasmissione al governo che avrebbe avuto piena libertà di attuare queste raccomandazioni.
Incidenza del 32% sull’indennità di disoccupazione secondo l’OGBL
Secondo i nostri calcoli, in queste condizioni ai frontalieri francesi nel Granducato si sarebbe potuto applicare un coefficiente di 0,59. L’OGBL, denunciando, secondo le sue stime, un impatto di circa il 32% sull’indennità di disoccupazione, aveva denunciato con forza questo progetto, lanciando a gran voce un appello alle istituzioni europee. Con la LCGB, la manifestazione co-organizzata il 22 novembre davanti al Ministero delle Finanze del Lussemburgo è servita da voce alle organizzazioni sindacali per sottolineare le conseguenze di questo progetto di accordo.
“Ci sarebbero da porre un certo numero di questioni pregiudizievoli importanti, sia a livello nazionale presso il Consiglio di Stato, sia per quanto riguarda le normative europee presso la CGUE”, ha dichiarato Christian Simon-Lacroix, responsabile dei lavoratori transfrontalieri francesi presso l’OGBL , intervistato daVirgola lo scorso 19 novembre. L’interessato si riferiva all’introduzione di “distinzioni soggettive che stigmatizzano alcuni cittadini francesi” e, per tutelarsi, ad eventuali ricorsi alle istituzioni competenti.
Precisiamo infine che l’abbandono dell’emendamento del 14 novembre 2024 al memorandum d’intesa del 10 novembre 2023 relativo alla riforma dell’assicurazione contro la disoccupazione impegnerebbe solo il governo Barnier; e che nulla impedirebbe ad una nuova squadra di governo di dare seguito al protocollo d’intesa delle parti sociali sul tema dell’indennità di disoccupazione per i lavoratori frontalieri.