Le nove persone colpite dalla decadenza della nazionalità nigerina decretata dal presidente Abdourahamane Tiani facevano quasi tutte parte del gabinetto dell’ex presidente Mohamed Bazoum.
Tra loro c’è Rhissa Ag Boula, che fu ministro di Stato e consigliere della presidenza, ma che è anche e soprattutto la leader storica delle ribellioni tuareg del 1991 e del 2007. Due settimane dopo il putsch del 26 luglio 2023, Rhissa Ag Boula Boula aveva lanciato un Consiglio di Resistenza per la Repubblica il cui obiettivo era contrastare la giunta del CNSP. Nel mirino di questa misura anche i generali Abou Mahamadou Tarka, dell’Alta Autorità per il consolidamento della pace, e Karingama Wali Ibrahim, ex capo della guardia presidenziale.
“Intelligence con una potenza straniera”, “tradimento”, “cospirazione”…
Come Rhissa Ag Boula, che ha ottenuto asilo in Francia, vivono tutti in esilio dopo il colpo di stato, che non ha impedito alla giunta al potere a Niamey di includere i loro nomi nel nuovo dossier delle persone sospettate di terrorismo e attentati sull’autorità statale. Sono accusati in particolare di “intelligence presso una potenza straniera”, “tradimento” e “cospirazione”. Il documento viene però denunciato da Human Rights Watch (HRW) come un “ostruzione” ai diritti fondamentali.
La gendarmeria nigerina li considera “in fuga”, secondo l’avviso di ricerca emesso, e li ricerca per il loro presunto “coinvolgimento in un caso di tradimento e di cospirazione finalizzata a minare la sicurezza e l’autorità dello Stato”. “, in seguito al colpo di stato del 26 luglio 2023.
Se il comunicato stampa del governo nigerino specifica che questa perdita di nazionalità è temporanea, mai prima d’ora una decisione del genere era stata presa da un capo di Stato nigerino.