È davvero una tregua se i combattimenti continuano? Israele ha concesso ad Hamas tempo fino a mercoledì sera per decidere sulla proposta di tregua di 40 giorni, nonché sullo scambio di ostaggi e prigionieri. Ma questa non deve essere vista come la fine della guerra.
Martedì 30 aprile 2024 Benjamin Netanyahu ha promesso che l’esercito israeliano entrerà nella città di Rafah indipendentemente dalla risposta del movimento islamista. “L’idea di fermare la guerra prima di aver raggiunto tutti i nostri obiettivi è fuori discussione. Entreremo a Rafah ed elimineremo lì i battaglioni di Hamas, con o senza accordo (di tregua), per ottenere la vittoria totale.”ha dichiarato il primo ministro israeliano ai rappresentanti delle famiglie degli ostaggi a Gerusalemme, citato in un comunicato stampa del suo ufficio e diffuso dalAFP.
Un’idea che “non risolverà nulla”
Il ministro degli Esteri francese, Stéphane Séjourné, in visita in Israele, teme un deterioramento della situazione umanitaria. “È una cattiva idea farlo. Ci sono troppe incertezze sulle questioni umanitarie. L’offensiva di Rafah non risolverà nulla, anzi”ha detto a Benjamin Netanyahu.
Martedì il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha messo in guardia contro un’offensiva militare israeliana a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, che secondo lui rappresenterebbe un “escalation intollerabile”.
Interrogato sull’argomento, Antony Blinken, segretario di Stato americano, ha affermato che la priorità di Washington è raggiungere un accordo di tregua.
