L’Italia riafferma il suo impegno per la pace in Libano di fronte all’escalation israeliana

L’Italia riafferma il suo impegno per la pace in Libano di fronte all’escalation israeliana
L’Italia riafferma il suo impegno per la pace in Libano di fronte all’escalation israeliana
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Martedì il primo ministro italiano Georgia Meloni ha espresso il suo continuo sostegno a una soluzione diplomatica all’escalation militare israeliana in Libano. Nel corso di un colloquio telefonico con il primo ministro libanese Najib Mikati, Georgia Meloni ha sottolineato che l’Italia resta vicina al Libano. Questa informazione è stata confermata da un comunicato stampa ufficiale.

Meloni ha sottolineato l’importanza di un cessate il fuoco e di una soluzione diplomatica che consenta agli sfollati di tornare alle loro case. Ha detto: “L’Italia, come attuale presidente del G7, continuerà a lavorare per allentare la tensione a livello regionale”. Ciò dimostra la determinazione dell’Italia a svolgere un ruolo attivo nella ricerca della pace.

Il Primo Ministro italiano ha inoltre parlato del ruolo delle truppe italiane schierate nel sud del Libano nell’ambito della missione ONU, denominata UNIFIL. Ha sottolineato l’importanza di garantire la loro sicurezza, che è essenziale per la stabilità della regione.

Dal 23 settembre Israele ha effettuato intensi attacchi aerei contro quelli che considera obiettivi di Hezbollah in Libano. Questi attacchi hanno causato la morte di oltre 1.057 persone e il ferimento di oltre 2.950, secondo i dati del Ministero della Sanità libanese. Tra le vittime figurano diversi leader di Hezbollah, tra cui il leader Hassan Nasrallah.

Secondo i rapporti, Hezbollah e Israele sono impegnati in un conflitto transfrontaliero esacerbato dalla guerra in corso a Gaza, che finora ha causato la morte di quasi 41.600 persone, tra cui soprattutto donne e bambini. Questo conflitto è stato innescato da un attacco a sorpresa di Hamas lo scorso ottobre.

La comunità internazionale ha espresso preoccupazione per il fatto che il conflitto israelo-libanese possa sfociare in una guerra regionale più ampia, aggiungendo potenzialmente nuove tensioni alla già complessa situazione della regione.

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