La decisione della Corte Suprema sulla pillola abortiva potrebbe causare un salto di qualità all’indietro

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ANNA MONEYMAKER / Getty Images tramite AFP Per molti americani che ricorrono all’aborto, il mifepristone rimane la soluzione preferita grazie alla sua affidabilità e praticamente all’assenza di effetti collaterali.

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Per molti americani che ricorrono all’aborto, il mifepristone rimane la soluzione preferita grazie alla sua affidabilità e praticamente all’assenza di effetti collaterali.

STATI UNITI – Ritorno al passato. Per i difensori del diritto all’aborto, le prossime ore si preannunciano cruciali dall’altra parte dell’Atlantico, colpa di un’attesa decisione della Corte Suprema americana sulla spinosa questione dell’accesso alla pillola abortiva.

Dibattuta questo martedì 26 marzo in seno al massimo organo giudiziario americano, la restrizione o meno del suo accesso fa temere un nuovo grave passo indietro per il diritto all’aborto in un Paese più diviso che mai sulla questione.

Ma una decisione retrograda della Corte Suprema, con una forte tendenza conservatrice, metterebbe in discussione anche l’autorità scientifica della Food and Drug Administration americana, la FDA. Secondo la stampa americana, la decisione finale sarebbe ormai attesa tra la fine di giugno e l’inizio di luglio. Abbastanza da rappresentare una minaccia significativa per la FDA, la cui missione principale è determinare l’efficacia e la sicurezza dei farmaci.

Un passo avanti, due passi indietro

Negli Stati Uniti la pillola abortiva è autorizzata dal 2000 dalla FDA ed è apprezzata da molte donne, poiché due terzi delle interruzioni volontarie di gravidanza (aborti) vengono effettuate tramite aborto medico. Un metodo particolarmente sicuro e senza grossi rischi per la salute, come ricordato in questo articolo di Washington Post.

Negli ultimi anni anche questo utilizzo ha conosciuto una drastica accelerazione, sotto la guida della FDA, che nel 2016 ne ha esteso l’accesso consentendo la prescrizione fino a 10 settimane di gravidanza (rispetto alle sette precedenti) e autorizzando dopo un unico consulto (invece di tre). Il passaggio del Covid-19 aveva spinto anche la FDA ad ampliare ulteriormente l’accesso autorizzando l’invio delle pillole tramite servizio postale dopo un semplice teleconsulto.

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Ma l’operazione di lobbying dei medici contrari all’aborto ha dato i suoi frutti e ha portato la giustizia americana a valutare l’ipotesi di limitare l’accesso al mifepristone, una delle due pillole maggiormente utilizzate. Una corte d’appello ha finalmente deciso nel 2023 di ripristinare l’accesso alla pillola abortiva come definito prima delle modifiche del 2016 e del 2021, come riassunto dalla CNN.

E le recenti decisioni della Corte Suprema ci rendono meno ottimisti per il futuro: è stata la Corte a cancellare la garanzia federale del diritto all’aborto nel 2022, consentendo a ciascuno stato americano di legiferare come meglio crede. Da allora, più di quindici stati hanno già reso illegale l’aborto, compresa la prescrizione di pillole abortive.

Giustizia contro scienza

Da parte loro, gli antiabortisti sostengono che la FDA avrebbe dovuto, nel 2016, condurre uno studio che riunisse tutte le modifiche decise, per studiarle insieme. Un’esigenza priva di fondamento secondo l’avvocato Lewis Grossman, i cui numerosi argomenti a favore della non restrizione della pillola sono presenti nel dossier studiato dalla Corte Suprema.

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Inoltre, i medici dietro la causa iniziale sostengono che il farmaco in sé non è responsabile della loro denuncia, a differenza delle donne che lo usano e che riempiono i pronto soccorso dei loro ambulatori per i suoi effetti indesiderabili, privando – secondo questi medici – altri pazienti di le risorse necessarie per essere curati, come riassunto in Washington Post.

>>Il rischio che l'accesso a questa pillola diventi praticamente impossibile, anche negli Stati in cui è consentito l'aborto, rende la decisione della Corte Suprema molto attesa.>>
ANNA MONEYMAKER / Getty Images tramite AFP Il rischio che l’accesso a questa pillola diventi praticamente impossibile, anche negli Stati in cui è consentito l’aborto, rende la decisione della Corte Suprema molto attesa.

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Il rischio che l’accesso a questa pillola diventi praticamente impossibile, anche negli Stati in cui è consentito l’aborto, rende la decisione della Corte Suprema molto attesa.

Ma oltre a questa nuova minaccia all’accesso all’aborto negli Stati Uniti, è la messa in discussione di un’istituzione come la FDA a preoccupare particolarmente la comunità scientifica americana. Perché la Corte Suprema potrebbe infliggere un vero e proprio affronto a questa agenzia federale la cui autorità scientifica funge tuttavia da bussola in molti paesi.

Così, altre cure potrebbero trovarsi a rischio, a cominciare dai metodi contraccettivi o dai vaccini. Parlando all’Agence France-Presse, l’esperta di sanità pubblica della George Washington University Liz Borkowski vede già la minaccia di “ Contenziosi infondati contro ogni genere di farmaci utilizzati da anni, semplicemente perché un’organizzazione si oppone ad essi.

Ciò comporterebbe un rischio significativo per lo sviluppo di trattamenti innovativi o per gli investimenti in determinati farmaci che potrebbero poi essere messi in discussione dai tribunali. Allo stesso modo di tutti i farmaci, le basi diagnostiche e di analisi scientifiche approvate dalla FDA. E non solo quando si tratta di farmaci, visto che la FDA gestisce tutte le questioni di sanità pubblica negli Stati Uniti.

Vedi anche su L’HuffPost:

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