Una nuova legge attacca molto violentemente la comunità LGBT

Una nuova legge attacca molto violentemente la comunità LGBT
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In Iraq si intensifica la repressione contro la comunità LGBT. Il Parlamento ha adottato sabato un disegno di legge che criminalizza le relazioni omosessuali e le transizioni di genere, con pene fino a quindici anni di reclusione, dopo una prima versione che inizialmente prevedeva la pena di morte.

In reazione, Amnesty International ha criticato una “violazione dei diritti umani fondamentali”, ritenendo che gli emendamenti adottati sabato “mettano in pericolo gli iracheni che sono già molestati quotidianamente”, in un Paese dove le minoranze sessuali vivono nascoste. Questi emendamenti modificano una legge anti-prostituzione del 1988 e sono stati adottati durante una sessione alla quale erano presenti 170 deputati su 329.

Prigione per comportamento ritenuto effeminato

Le nuove disposizioni prevedono pene da dieci a quindici anni di reclusione per rapporti omosessuali, nonché per pratiche di scambio che coinvolgono le mogli.

La legge vieta inoltre “qualsiasi organizzazione che promuova l’omosessualità in Iraq”, con una pena detentiva di sette anni per “promozione” di rapporti omosessuali. Vieta «il cambiamento di sesso biologico sulla base di desideri o inclinazioni individuali» e prevede una pena da uno a tre anni di reclusione per qualsiasi persona o medico coinvolto in questa transizione. Una punizione simile è prevista per qualsiasi uomo il cui comportamento sia ritenuto effeminato.

Una comunità spesso presa di mira dalla violenza

In Iraq, la piccola comunità LGBT+ è l’obiettivo frequente di “rapimenti, stupri, torture e omicidi” da parte di gruppi armati che godono di “impunità”, ha osservato Human Rights Watch (HRW) in un rapporto del 2022.

Il Paese ha utilizzato il codice penale del 1969 per condannare le persone LGBT+, basandosi su un articolo che prevedeva “l’ergastolo o diversi anni di reclusione” per sodomia.

L’esecutivo americano “profondamente preoccupato”

Il deputato Raëd al-Maliki, promotore degli emendamenti, ha riconosciuto che il voto inizialmente previsto per metà aprile è stato rinviato per evitare di “incidere” sulla visita a Washington del primo ministro Mohamed Chia al-Soudani. “C’è un rifiuto americano ed europeo della legge”, ha ammesso.

“Oggi sappiamo che la società irachena rifiuta (l’omosessualità), ma c’è una deliberata promozione di culture che non riconosciamo”, ha inoltre affermato. “È il futuro che ci preoccupa e la legge è una sorta di prevenzione per tutelare la società. »

Il Dipartimento di Stato americano è “profondamente preoccupato” da questa legislazione, ha reagito sabato su X il portavoce Matthew Miller, deplorando che la legge minacci le persone più vulnerabili della società irachena e “mina gli sforzi di riforma economica e politica del governo.

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