Lo sguardo etnografico di Renée Nader Messora e Joao Salaviza, coppia di cineasti

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Renée Nader Messora e Joao Salaviza durante il Festival di Cannes, 23 maggio 2023. CHLOE SHARROCK/MYOP PER “IL MONDO”

Sono famosi i duetti cinematografici, spesso fratelli (dai Coen ai Wachowski, dai Taviani ai Dardenne), più raramente coppie. Joao Salaviza e Renée Nader Messora formano comunque una cosa sola: lui è portoghese, lei brasiliana, e i due operano come una piccola unità produttiva. Apparso sul pianeta festival sei anni fa con Amazing Canzone della foresta (2018), la coppia porta avanti un lavoro di lunga data con la tribù Kraho, un ramo degli indigeni Timbira, abitanti originari del Cerrado, una vasta regione che taglia la foresta amazzonica, distribuita in diversi paesi del Sud America. Addentrandosi nella foresta, i realizzatori sembrano aver risalito il fiume storico del cinema, per consegnarne una versione elementare, unendo etnografia e sogno.

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Giunti dal Brasile in una Parigi attanagliata da una recrudescenza del freddo anticiclonico, la coppia si presta al gioco dell’incontro, paralizzata, scaldandosi nel fuoco delle proprie risposte. Descrivendo il suo passato in servizio, Joao Salaviza, nato a Lisbona nel 1984 da padre montatore e madre produttrice, ricorda la sua svolta attraverso i cortometraggi (ArenaPalma d’Oro a Cannes nel 2009; RafaOrso d’Oro alla Berlinale nel 2012), prima di assistere Manoel de Oliveira (1908-2015) nel montaggio di Singolarità di una giovane ragazza bionda (2009) – “la mia vera scuola di cinema”Egli ha detto.

Renée Nader Messora, nata nel 1979 a San Paolo, era inizialmente un’appassionata di hip-hop spinta dal desiderio di girare video musicali. Dopo un corso di pubblicità – “un fiasco” –, è andata a studiare cinema in Argentina, dove si è formata in cinematografia. “È stato lì, all’Università di Buenos Aires, nel 2006, che ho conosciuto Joao e tutto il gruppo di amici che successivamente sono diventati nostri collaboratori”lei dice.

Una “lotta con la forma”

Nel 2014, Joao ha superato il bar del lungometraggio da solista con la bellissima Montana (2015), ritratto cupo di un’adolescente di Lisbona, assistita nella produzione da Renée. “È qui che la nostra amicizia si è evoluta in una relazione più intimaeufemizza il regista. Le riprese sono state accompagnate da un profondo interrogatorio. Mi vedevo entrare nel mercato dell’auteurismo europeo mentre sentivo un esaurimento delle forme legate a questo modello. È stata Renée a invitarmi a incontrare la comunità Kraho. Per noi è iniziata un’altra vita, un altro modo di fare cinema. »

Anche Renée Nader Messora ricorda le riprese portoghesi. ” SU Montana, ogni volta che volevamo sparare, mobilitavamo dalle trenta alle quaranta persone. Lavoravo già con i Kraho da tre anni, addestrando i giovani attorno alla telecamera. A quel tempo la comunità non aveva elettricità, né televisione, né i mezzi per produrre un’immagine di sé. »

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