Dick Annegarn: un concerto rilassato

Dick Annegarn: un concerto rilassato
Dick Annegarn: un concerto rilassato
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All’improvviso, un tamburo suona forte, gli spettatori saltano, l’artista entra nella stanza. Il recital inizia con un canto di rivolta, “Granvelle general, cardinal, que dauphin”. Poi il tono si calma, la chitarra sostituisce il tamburo prima della fisarmonica e dell’armonica, il decoro di canisses eretto nella luce giallo-rossa trasporta il pubblico sotto il buon sole africano, sul dorso di “Baby Elephant”. “Qualcuno conosce il testo?” Non c’è bisogno di chiedere, si sente già un ronzio nella stanza e soprattutto delle risate. Dick Annegarn non è solo un cantante, è anche un presentatore e arricchisce il repertorio con storie, riflessioni, domande del pubblico e chiacchiere. “Sono cittadino onorario del Belgio, non sono nemmeno belga. Sono europeo. Europa, lei è una dea greca… Voglio farti cantare.” Gli spettatori chiedono solo che, a “Yakos”, rispondano “Yobakos” e ci mettono tutto il cuore: “non manca nulla, una poesia più bella dell’oro degli orafi libici”. Omero, una canzone curda, una veduta del mare olandese, il ritorno a “Bruxelles mia bella” con l’accento belga à la “Brelge”, un passaggio attraverso le sabbie rosse del Sahara, un saluto ai berberi del Marocco, una pausa nel giardino del “Sacro Geranio” eccolo cittadino del mondo. E tutti sanno che il mondo è piccolo, allora torniamo a casa, a Comminges, “questo paese è bello, mi piace quando piove, mi piace quando ride, mi piace quando vive, nel mio letto… Garonna”.

La serata si conclude al Café du Verbe, si beve e si mangia in un’atmosfera molto rilassata, come è stato il concerto.

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